Politica

«Non vergogniamoci: eutanasia per legge»

Gasparri (Alleanza nazionale): «Come per la droga e i Pacs, la sinistra a volte è reticente, a volte cavalca le questioni etiche»

Francesca Angeli

da Roma

L’errore del Giornale è innegabile. Quel progetto di legge sul testamento biologico e l’eutanasia non porta la firma del ministro della Salute, Livia Turco. La sua reazione indignata però lascia perplesso uno dei firmatari del provvedimento. Ed è proprio quel Lanfranco Turci, oggi vicepresidente della Rosa nel Pugno alla Camera, che da diessino fu tra i promotori del referendum per abrogare la legge sulla fecondazione assistita. Turci da allora è sempre stato in prima fila tra i rappresentanti della Quercia per la difesa della laicità nelle questioni bioetiche, impegnandosi soprattutto a favore della libertà di ricerca. Tanto che deluso dallo scarso impegno del partito della Quercia rispetto al referendum abrogativo della legge 40 alla fine passò con i radicali.
E ancora una volta Turci resta deluso di fronte alla reazione della sua ex compagna di partito Turco.
«Capisco l’irritazione della ministra Turco, di cui non conosco peraltro l’opinione in tema di eutanasia - osserva Turci -. Tuttavia non vedo perché, qualora non fosse d’accordo, dovrebbe considerare “infangante” che le si attribuisca una proposta di legge che porta comunque la firma di parlamentari della sua stessa coalizione». Insomma Turci c’è rimasto proprio male tanto da presupporre che la Turco possa essere rimasta «impressionata dal perbenismo teocon del professor Quagliariello».
Al contrario di Turci il primo firmatario del pdl, il diessino Franco Grillini, sa bene che «la Turco non avrebbe mai firmato quel pdl perché è cattolica». Il ministro della Salute e l’ex presidente dell’Arcigay militano nello stesso partito ma, dice Grillini, «abbiamo opinioni opposte su un mucchio di questioni. Ma va bene, fa parte della dialettica interna. Io stimo molto la Turco e non intendo mettermi in contrapposizione con lei però davvero mi chiedo perché non possa condividere la nostra proposta». E Grillini contesta che con il suo provvedimento si dia il via libera «alla libertà di uccidere» mentre, sostiene, c’è soltanto la libertà per ogni individuo di decidere come e quando morire.
«La Turco e anche tutti quelli contrari alla mia proposta mi dovrebbero spiegare perché, in presenza di una precisa volontà chiaramente espressa, il cittadino non debba essere libero di fare la sua scelta ma debba fare quello che gli impone lo Stato», chiede Grillini che invita il ministro della Salute «a leggere bene quel testo» perché forse «potrebbe cambiare opinione».
Il deputato della Quercia insiste nella difesa del diritto proprio di ciascun individuo di «disporre del proprio corpo, di esserne padrone e dunque di poter decidere che cosa farne». Grillini sa bene che questo è un principio inaccettabile per un cattolico ma aggiunge «mentre io rispetto la libertà del credente in questo caso la mia libertà non viene rispettata dallo Stato che vuole decidere al posto mio».
Anche dalla Casa delle libertà giunge la richiesta di chiarire la posizione della maggioranza sul tema del testamento biologico e dell’eutanasia. Per il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, una volta «chiarito l’equivoco» dello scambio di persona resta comunque «aperto l’interrogativo: l’Unione è d’accordo con il testo di legge sull’eutanasia presentato fra gli altri firmatari da un onorevole Turco che non è il ministro Livia Turco?». Per Cicchitto insomma «in questo caso il problema è politico e non è materia di querela».
Anche Maurizio Gasparri di Alleanza Nazionale si chiede come la pensino «su questa delicata materia ministri, partiti e gruppi parlamentari» osservando che «la sinistra a volte è reticente e a volte cavalca questi temi: un giorno vuole legalizzare la droga, un altro giorno raddoppia le quantità di cannabis. Un giorno vuole i Pacs, un giorno tace. Prima vuole l’eutanasia, poi lo nega. Chiariscano le loro opinioni, incassate le scuse per un errore di persona, ma non di schieramento».


Infine Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia, si dichiara «scettico nei confronti dei tentativi di definire una legge prescrittiva e omnicomprensiva, che non tiene in conto dell’irriducibilità di ogni singola situazione a uno schema predefinito, pretesa che diverrebbe grottesca laddove imponesse al medico, indipendentemente dalla sua volontà e dal suo giudizio, di praticare l’eutanasia».

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