«Quel medico mi ha molestata». La denuncia arriva in Procura nel 2003. E unindagine viene aperta, lipotesi di reato è violenza sessuale. Una ragazza di 25 anni racconta delle «attenzioni» di un professionista, durante una visita al seno. Tre anni dopo, la sentenza del giudice. Il medico è scagionato perché la donna soffre di una «sindrome da conversione». Ovvero tende a inventare cose non vere, convinta che lo siano.
È il luglio 2003 quando la paziente, allepoca 22enne, si rivolge a uno studio ginecologico privato che le prescrive unecografia al seno. Ed è nel corso di questa ecografia che il medico lavrebbe molestata. Così racconta la ragazza. E lo racconta prima a unamica, poi al fidanzato e ai genitori, che decidono di rivolgersi a un avvocato. La giovane sporge querela. Nellesposto, però, ci sono alcune contraddizioni che insospettiscono gli inquirenti. La donna, infatti, denuncia il comportamento del medico, dicendo che oltre a toccarla in modo poco professionale, le avrebbe consigliato di slacciarsi i pantaloni. Di fronte a qual consiglio, la ragazza racconta di essere fuggita dallo studio.
Ma nel corso delle indagini emerge che al termine della visita la donna era uscita in tutta tranquillità dallo studio e si era rivolta alla segretaria per pagare lecografia. Inoltre il pm Giancarla Serafini dispone la consulenza di uno psicologo che, svolta una perizia sulla querelante, evidenzia disturbi psicologici.
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