«Non vogliamo un’istruzione xenofoba, fatta solo di emarginazione»

TUTTI UGUALI «Grazie alle nostre mobilitazioni, il ministro ha smorzato i toni». Domani in corteo ancora striscioni «salva elementari»

Dietro al nome di classe-ponte o di classe di inserimento, studenti e professori leggono altro. «Sono vere e proprie classi ghetto» accusano. E vedono nella scuola il pericolo di discriminazioni verso gli stranieri.
«La scuola per cui lottiamo noi - protestano - non è xenofoba e non possiamo permettere una cosa del genere». «Inizialmente - insorgono i collettivi di sinistra - la Gelmini aveva accolto a braccia aperte la mozione della Lega riguardante la creazione delle classi per stranieri. Poi, grazie alla grandiosa potenza espressa dalle nostre mobilitazioni, si è vista costretta a smorzare i toni. Nonostante non abbia annullato questa proposta, si è accorta di non potersi permettere la sua propaganda». Secondo varie maestre, comitati di mamme e studenti, il ministro ha cercato «di svincolarsi dall'accusa di razzismo e si è difesa dietro alla scusa della disinformazione di chi protesta, riuscendo perfino a guadagnarsi l'applauso dei giovani leghisti».
Resta, secondo i ragazzi dei collettivi, il problema «dell'emarginazione e della creazione di xenofobia a partire dai primi anni di scuola».
La dichiarazione di guerra alla riforma, anche su questo punto, è chiara: «Non permetteremo alla Gelmini di nascondere dietro l'escamotage di un nome diverso quello che è un decreto razzista».

Ieri gli universitari di Scienze politiche hanno parlato del tema anche durante una lezione all’aperto nel cortile della facoltà, assieme al ricercatore Giovanni Semi. Durante il corteo di domani, saranno numerosi anche gli striscioni sulle classi-ponte e sul ritorno al maestro unico.

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