Oggi si gioca la partita finale sullhotel della discordia di San Siro. Il Consiglio comunale è chiamato a votare la delibera che dovrebbe dare il via libera alla realizzazione dellalbergo di via Patroclo, vicino allIppodromo. Il condizionale è dobbligo poiché i contrasti e le perplessità sul progetto sono tanti sia tra banchi del centrodestra, sia tra quelli del centrosinistra. Insomma, nessuno si è mai particolarmente innamorato dellhotel. «Un brutto progetto» sostengono alcuni consiglieri.
I primi a dare battaglia alla costruzione sono i cittadini del quartiere San Siro che temono di vedersi erigere sotto casa «un ecomostro» di sette piani. «Un progetto del genere - contesta Cosimo Pastore, alla guida del comitato - non centra nulla con la nostra zona. Piuttosto - propone - si ripensi alla forma dellalbergo, che sarebbe più in linea con le costruzioni già esistenti se fosse costruito in orizzontale anziché in verticale».
I cittadini oggi pomeriggio si presenteranno davanti a Palazzo Marino prima della seduta del Consiglio per protestare e parlare con i capigruppo prima del voto. Saranno in centinaia e srotoleranno striscioni e cartelli per difendere il loro quartiere. «Peraltro - fa notare Pastore - ci sembra strana la costruzione di un nuovo albergo, attraverso una variante al piano regolatore, in una zona già sovraffollata di strutture ricettive». Intorno allo stadio e allIppodromo infatti sorgono già grosse strutture alberghiere, dallhotel Melià allAta e allhotel Brun, per un totale di centinaia di stanze. «Che - fanno notare i residenti della zona - non sono certo piene tutto lanno. Nessuno insomma sente la mancanza di un nuovo hotel proprio lì, in una zona dove il piano regolatore non lo permetterebbe e vorrebbe invece sorgessero alberi ed aree verdi».
La battaglia sul progetto dellalbergo è piuttosto datata. Si è tradotta in mesi di tira e molla e nasce da una delibera. Una delibera di giunta che permetteva una variante al piano regolatore su quellarea, destinata a servizi sportivi. Con la concessione del terreno la ditta sarebbe stata risarcita di un vecchio esproprio. Tuttavia per diventare operativa, la delibera avrebbe dovuto essere votata dal Consiglio comunale. A marzo si era vicini al voto ma il provvedimento è stato ritirato dallordine del giorno della seduta dei consiglieri. Da qui il ricorso al Tar da parte della proprietà, che non ha potuto giungere ad una conclusione delliter in quanto il Consiglio non si è espresso ed è rimasta «in sospeso» senza poter procedere verso lapertura dei cantieri. Almeno fino ad oggi.
«Noi - spiegano i cittadini - non siamo affatto intenzionati a portare avanti una battaglia di un colore politico.
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