Norberto Bobbio: «Giocando in questi cortili capii che tutti gli uomini sono uguali»

La madre, Rosa Caviglia, era di Rivalta Bormida; il padre Luigi era alessandrino ma esercitava lì la professione di medico. Ecco il profondo legame di Norberto Bobbio con il caratteristico paese a nove chilometri da Acqui Terme.
Nelle strade e negli orti del borgo il futuro filosofo e senatore a vita ha giocato insieme a coetanei di estrazione umile, che non sapevano parlare l'italiano «senza percepire - raccontò Bobbio nel 1995, quando Rivalta gli conferì la cittadinanza onoraria - la differenza tra noi, i signori, e loro, i contadini. Fu allora che capii che tutti gli uomini sono uguali».
Un uomo identificato con la città di Torino, ma ugualmente legato a questa terra.
Ricordava con un'immagine poetica quanto sia sbagliato rinnegare il proprio passato paesano: «Le radici sono nella terra, non nel cemento delle grandi città».
Morto nel 2004 all'età di 94 anni, è sepolto nella tomba di famiglia, insieme ai genitori e alla moglie, nel cimitero di Rivalta.

Per il proprio funerale lasciò la volontà di essere ricordato sulla lapide come «il figlio di Rosa e Luigi» e raccomandò di evitare qualunque discorso «alla memoria». Molto meglio raccogliersi nel silenzio, in armonia con la pace che regna intorno alle colline di questo piccolo pezzo di mondo.

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