Nostra Signora di Palestina

A Maria, palestinese di nascita, ebrea di etnia e cristiana di religione, nel 1920 fu solennemente consacrata la diocesi di Gerusalemme. In quell’occasione, nella basilica cattedrale del Santo Sepolcro, il patriarca latino Luigi Barlassina invocò per la prima volta la Madonna come Regina della Palestina. Proclamata patrona dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme nel 1994 da Giovanni Paolo II, Nostra Signora Regina di Palestina ha un suo santuario a Deir Rafat, a metà strada circa tra Gerusalemme e Tel Aviv. Il luogo, posto a una trentina di chilometri da Gerusalemme, si trova vicino alla regione dei biblici Filistei, nella zona che vide le gesta di Sansone. A cinque chilometri sorge la città di Beit Shemesh. Da qui, dice il primo libro di Samuele (1 Sam 6, 1), passò l’Arca dell’Alleanza che, dopo essere caduta nelle mani dei secolari nemici di Israele e averli terrorizzati con la sua potenza, venne riconsegnata in fretta e furia ai legittimi proprietari. Nel 1847 il b. Pio IX aveva ripristinato l’antico patriarcato latino a Gerusalemme e questo aveva acquistato alcuni lotti di terreno nella zona di Deir Rafat. Qui, nella seconda metà dell’Ottocento, cominciarono i lavori per il santuario, che però venne consacrato ufficialmente solo nel 1928 per via degli eventi della Grande Guerra e la dissoluzione dell’impero ottomano.

La volta, le pareti e le porte recano il saluto dell’angelo, “Ave Maria”, in duecentoottanta lingue diverse. La più illustre figlia della Palestina è lei, Maria di Nazaret. Finché dura, con l’aria che tira da quelle parti. www.rinocammilleri.it

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