Nei giorni scorsi, abbiamo fatto gli auguri al Secolo XIX per i suoi 120 anni. Parlare degli altri e leggere anche gli altri - senza falsi snobismi o finte disattenzioni, in realtà attentissime, che sconfinano nella maleducazione - può essere utile per cercare di migliorare gli altri e anche noi stessi.
Questo ovviamente, non vuol dire che questo Giornale si gemella col Secolo. Anzi, se possibile, vuol dire che faremo di tutto per offrirvi un giornale sempre più diverso dal Decimonono. E che continueremo a bastonarli quando meritano di essere bastonati, cioè spesso, e ad elogiarli quando, più raramente, si conquistano il nostro plauso. Tenendo sempre presente il rispetto umano e la stima personale che abbiamo per il direttore Lanfranco Vaccari e il suo vice Alessandro Cassinis, così come per tanti altri amici del Secolo, da Teodoro Chiarelli a Roberto Onofrio, da Marcello Zinola a Paolo Giampieri, da Gigi Leone a Giovanni Ciolina.
Centoventanni, per un giornale che è il più venduto e il più importante di una città e di una regione, non sono uno scherzo. E come noi la pensano tanti nostri lettori che ci stanno scrivendo, per dire la loro.
Se solo lo capissero tutti, Genova sarebbe una città migliore.
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