Note di cinema al Festival senza frontiere: Celli Stein dirige «l’Anonimo» di Cipriani

Il «Festival senza Frontiere», aperto l’11 giugno con un concerto nella Basilica di Santa Sabina a Roma in onore di Madre Teresa di Calcutta, prosegue con una serie di appuntamenti nella provincia romana. Per chi ama la musica e non guarda solo agli auditorium della capitale, l’ideatore, il maestro Marco Celli Stein, ha in serbo ancora belle sorprese. Nulla di rumorosamente attuale, solo musica e grazia allo stato puro. Tra questi il concerto che terrà lunedì 25 giugno (ore 21) al Teatro san Leonardo di Viterbo nel quindicinale dalla morte di Severino Gazzelloni. Ma non è da meno il recital con Stelvio Cipriani di domenica 24 giugno, ore 18, all’Auditorium Costa di Sezze Romano e domenica 1 luglio alle 21 all’Arena Museo Civico «Duilio Cambellotti» di Latina. Le più belle e celebri colonne sonore del cinema mondiale suonate al piano da Cipriani e dirette con la solita maestria da Celli Stein, dolce musica per stanche orecchie. «Con Stelvio c’è stima ed amicizia - dichiara Celli Stein - è un caro collega e con la sua semplicità e simpatia non sembra proprio quel compositore che vanta uno dei temi più conosciuti al mondo, quello di Anonimo Veneziano». Detto che Cipriani è diventato appunto famoso grazie al tema dal film di Enrico Maria Salerno bisogna però aggiungere i fasti con le decine di «polizziotteschi» da lui musicati a metà degli anni Settanta come Mark il Poliziotto che ancor’oggi va alla grande grazie alla rivalutazione cinefila di Quentin Tarantino. «L’umiltà di Stelvio e i suoi grandi risultati musicali - aggiunge Celli Stein - sono un esempio, io lo descriverei come un artigiano che regala arte». Il maestro tiene all’idea di Italia come patria del bel canto, uno slogan ormai fuori moda. «Lancio un accorato appello a ritrovare nel bel canto italiano, nella cultura italiana una rinnovata identità nazionale - conclude -. Si sta perdendo, globalizzando, il proprio patrimonio, la bontà, la semplicità, ma anche l’efficacia della tradizione. La spiritualità fa parte integrante di questo patrimonio. C’è una gloria italiana completamente oscurata nel 50° della morte (1956–2006) ed è Guido Cantelli.

Dimenticato anche in tutte le rievocazioni toscaniniane di questo anno: quello che indiscussamente è da considerare il pupillo di Arturo Toscanini ed unico a ricevere il plauso della celebre bacchetta parmense, non è stato mai citato né ricordato neanche in quella sede critica». Non resta dunque che fare benzina e girare la provincia in cerca di buona musica gratuita.

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