Noto, fischi per Prodi e Cuffaro

Contestazione per il premier e il presidente della Regione all'inaugurazione del gioiello del barocco siciliano, riportato all'antico splendore a 11 anni dal terremoto. Protesta degli ambientalisti contro l'inceneritore in programma ad Augusta. Striscione contro l'inquinamento e un cartellone per dire basta alle trivellazioni petrolifere

Noto, fischi per Prodi e Cuffaro

Noto - Decine di manifestanti, per lo più di associazioni ambientalistiche, hanno contestato l’arrivo a Noto di Prodi e Cuffaro. Il premier e il governatore sono stati oggetto di fischi bipartisan da parte dei manifestanti durante il passaggio dal Comune alla cattedrale. Protesta del comitato cittadino contro l’inceneritore da realizzare ad Augusta e un grande striscione contro l’inquinamento. Esposto un cartellone del comitato No-Triv: "No alle trivellazioni nel Val di Noto".

La cattedrale rinasce La Cattedrale di Noto, forse il più grande tesoro del barocco siciliano, rinasce dopo 8 anni di restauro, ricostruita nel suo imponente splendore dopo il crollo che l’aveva distrutta il 13 marzo del 1996. A due anni da un forte terremoto che aveva colpito la Sicilia orientale, il duomo Netino di San Nicolò, aveva ceduto ed erano rovinate al suolo gran parte della cupola, tutta la navata centrale e quella destra. Il progetto di ricostruzione, gestito dalla Protezione civile, è stato elaborato dall’ingegnere Roberto De Benedictis, e dall’architetto Salvatore Tringali. La cattedrale è stata restaurata utilizzando le stesse tecniche impiegate dai costruttori che avevano edificato il duomo tra il 1693 e il 1703, quando, il 6 giugno, era stato consacrato. Le parti superstiti sono state recuperate e hanno fatto da base per il rifacimento dell’edificio. Pur lavorando con materiali e tecniche di tre secoli fa, la ristrutturazione ha rispettato tutti i criteri antisismici e di sicurezza. Il dipartimento della Protezione civile ha coordinato l’attività dei molti enti e istituzioni coinvolti nel restauro. Il 21 gennaio del 1997 era iniziata la fase preliminare dei lavori, con il primo enorme impegno della rimozione delle macerie, che coprivano oltre un chilometro quadrato per un totale di 3.600 metri cubi di materiale. Le opere sono poi proseguite, con un attento studio dei materiali dell’epoca. È stata utilizzata la stessa pietra originale, ed esperti scalpellini hanno modellato ogni singolo blocco sul posto per collocarlo in sede con una precisione millimetrica. Il cantiere vero e proprio per la ricostruzione del duomo si era aperto il 3 novembre del ’99, e l’ultima pietra era stata posata il 14 novembre del 2006. Sono stati ricostruiti complessivamnete 25 mila metri cubi di muratura, utilizzando 150 mila blocchi di pietra. Ma sono stati utilizzati anche materiali moderni, come la fibra di carbonio, della quale sono stati impiegati 800 metri quadrati. Alla ricostruzione hanno lavorato centinaia di operai per un totale di 730 mila ore.

I danneggiamenti Nel corso della sua storia secolare la cattedrale di Noto era stata più volte seriamente danneggiata da terremoti. La prima volta il 7 gennaio del 1727, quando un sisma aveva causato il crollo della porta maggiore. Tra l’aprile e il giugno del 1780 una serie di scosse aveva determinato il crollo della cupola e della copertura del l’abiside. Da allora e fino al 1791 erano stati eseguiti restauri, che si erano poi tramutati in opere di amplimaneto e arricchimento del duomo, fino al 1813 quando eranmo stati realizzati il sagrato e la monumentale scalinata. L’11 gennaio del 1848 un nuovo terremoto devastò ancora la cattedrale, distruggendo nuovamente la cupola, ma anche il presbiterio e le cappelle di San Corrado e del SS. Sacramento. Il restauro richiese decenni: la cupola fu completata nel 1862, ma solo nel 1899 i lavori furono completati con il rifacimento della cappella del SS. Sacramento. Il 13 dicembre del 1990 un ulteriore forte evento sismico aveva investito la Sicilia orientale.

La cattedrale di Noto era sembrata uscirne quella volta indenne ma il terremoto aveva minato la stabilità dei pilastri delle navate, destinati a cedere il 13 marzo del 1996, facendo crollare ancora la cupola che oggi risplende come nuova nel colore della pietra originale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica