Il pugno sul cuore e lo sparo con le dita verso linfinito. Forse verso un futuro che per lui, giovanissimo, è già diventato presente. Lo spagnolo Alberto Contador attraversa come una freccia corso Venezia e vince il Giro dItalia. «Un grande successo» esulta lassessore Giovanni Terzi, non pazzo di gioia per lerede di Miguel Indurain, ma piuttosto annunciando che la seconda edizione della notte bianca dello sport, graziata dalla pioggia, «ha raggiunto il milione di partecipanti». E per lanno venturo promette che «i giorni da due, diventeranno tre». Ma soprattutto lancia «gli Stati generali dei giovani del mondo». Un grande appuntamento «per lanciare lExpo del 2015, parlare di futuro e soprattutto della voglia di aggregare le tendenze giovanili dei diversi Paesi». Con un tema ben preciso. «Si parlerà dellindividuo. Basta le solite menate su cosa significhi essere giovani oggi, centriamo un obiettivo ben preciso. Cominciamo così, poi ogni anno si esplorerà un tema diverso».
Un esperimento da ripetere, dunque, la città trasformata in un grande palazzetto dello sport nei giorni in cui arriva la corsa rosa. Ieri, dopo 12 anni non è stato un italiano a tagliare per primo il traguardo di Milano, ma la gente esulta lo stesso. Forse anche perché la tappa, almeno quella, è tricolore grazie a Marco Pinotti, il pedalatore con una laurea in ingegneria a cui anche il vento dà una mano. In migliaia applaudono, distribuiti nel circuito della «cronometro» che trasforma la città in un velodromo. Per una volta senza ingorghi, senza disagi per i milanesi che infatti applaudono in molti e pochissimi imprecano. «Questo - la benedizione del toreador che ha appena matato gli ultimi avversari - è un Giro che avrebbero voluto vincere tutti. È uguale, se non meglio, del Tour de France». Grazie. E Milano già pensa alla prossima edizione. Quella del centenario. Magari senza i patemi estivi e le minacce di Verona che si vuol portare via lultima tappa. Quella del podio finale, quella che in Francia incoronano con lArc de Triomphe sullo sfondo. E che nessuno si sognerebbe mai di spostare. Ieri con Contador cerano il fantastico Riccardo Riccò (maglia bianca di miglior giovane) e Marzio Bruseghin, il ciclista che ama gli asini. E allora lì sotto saltano di gioia i suoi tifosi razza Piave arrivati dal Veneto con i cappelli dalle lunghe orecchie.
Una grande festa che contagia tutta la città. Con la notte dance al villaggio del Coni di parco Sempione (30 pagode delle federazioni e 50 campi da gioco) e in 10mila a ballare fino alle 5 di domenica mattina. Ieri, invece, boom per le acrobazie sulla bici di Vittorio Brumotti, campione mondiale 2006 di bike trial, protagonista di una spettacolare performance abbinata a un balletto coreografico. E la conclusione della 500 miglia Race Challenge che ha fatto macinare 750 chilometri in pista agli appassionati di go-kart. Sport ma anche cultura con il pienone per Giovanni Nuti che legge Alda Merini e musica in piazza Santo Stefano con le giovani band e i raffinatissimi Baustelle.
Oggi il grande evento in piazza Duomo con il concertone di Andrea Bocelli.
«Notte bianca, per gli sportivi si fa per tre»
Non solo gare, anche cultura: pienone per Nuti che legge Merini
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