«Notte bis», ride il botteghino: incassati già sei milioni di euro

Nelle edicole si trova anche l’album delle figurine. Il regista: «Mi piacerebbe che i film leggeri aiutassero quelli più impegnati»

«Notte bis», ride il botteghino: incassati già sei milioni di euro

da Roma

Non solo bulli e baby Br, ma anche Brizzi. Mentre l'Italia reale pare tornata sotto una cappa di piombo, tra neobrigatismo bambino e gang giovanili dal coltello facile, il trentottenne regista Fausto Brizzi, l'autore di Notte prima degli esami-oggi, ha un messaggio da dare: sorridere è possibile. Intanto, ride il botteghino, che grazie all'eccezionale incasso del suo film scanzonato, oltre sei milioni di euro rastrellati nei primi cinque giorni d'incasso, con una media per copia di 7.757.000 euro (su un totale di 604 copie monitorate nel week end), è ritornato allegro. E ha dato un po’ d'ossigeno al cinema italiano, ormai in crisi cronica, fatti salvi gli exploits alla Manuale d'amore di Giovanni Veronesi, tre anni fa apripista della corsa al teen-ager con il giovanottesco Che ne sarà di noi.
Da tanto entusiasmo, cominciato a San Valentino, giorno furbo per il lancio della simpatica commedia di Brizzi, è scaturito un effetto domino. Che sta facendo venir giù l'album delle figurine di Notte prima degli esami (analogo fenomeno con lo sceneggiato tv Elisa di Rivombrosa, altra serie di culto); il libro omonimo (30.000 copie in cinque giorni, contro le 160.000 relative al primo volume, ispirato al film precedente), dal quale verrà tratta una serie televisiva genere Happy days, che agli inizi del 2008 debutterà a Milano sotto forma di musical (regia di Saverio Marconi). Come un mutante, che assume forme diverse a seconda delle circostanze, questa produzione realizzata da Fulvio e Federica Lucisano e distribuita da Rai Cinema e 01 Distribution, è un vero e proprio fenomeno da analizzare. Allora è proprio vero che la minoranza, cioè il pubblico bisognoso di svago, garbo, freschezza e buoni sentimenti, ha sempre ragione? «Il bene non fa rumore», risponde Fausto Brizzi da Palermo, dov'è volato per promuovere, tra i giovani siciliani, che non sono solo mafia e lama, la storia semplice di quattro liceali in cerca di se stessi. «Avendo girato tanto tra i licei, per presentare il mio film, posso ben dirlo! Se uno ama suo nonno, non fa notizia. Ma se lo mette nel freezer, allora sì che va sui giornali», commenta il regista romano, che ieri mattina, partendo dalla Capitale, è rimasto sorpreso. «Vado in edicola e il mio amico giornalaio mi fa: “Lo voj, l'album?”. Io gli chiedo: “di che?”. “Del tuo film”, risponde lui. Pazzesco! Ho perso il conto del merchandising. Ma il bello è che col mio collega Marco Martani, vent'anni fa ci giurammo di smetterla, col cinema, nel momento in cui avessero fatto un album di figurine con i nostri film». Invece i due raddoppiano: a marzo Brizzi sarà sul set di Cemento armato, thriller giovanile da lui sceneggiato e diretto da Marco Martani, con Giorgio Faletti e Nicolas Vaporidis protagonisti (i due furono rispettivamente il professore carogna e l'alunno sfigato del primo Notte prima degli esami). La riproposizione del collaudato binomio in un prodotto destinato al pubblico della verde età e il tandem Brizzi-Martani fa capire, definitivamente, che il target dei ragazzi, già centrato da Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te (dai libri di Federico Moccia) è stato centrato ed è destinato ad ampliarsi. «Pagherei non so quanto per tornare agli Anni Sessanta, quando gli incassi delle commedie e dei film comici permettevano al nostro cinema di puntare su film più impegnati», dichiara generosamente il Fausto di nome e di fatto.
Sulla stessa lunghezza d'onda, Giancarlo Leone, in qualità di amministratore delegato di Rai Cinema (sul piede di partenza) e vice direttore Rai, dichiara: «La nostra linea di produzione è a tutto campo e il genere Notte prima degli esami-oggi è il meno trattato. Ma cercando di non creare un buco tra la propria linea e il pubblico che va in sala, guardiamo alla commedia giovanile come a un genere da incentivare senz'altro.

Brizzi è il segno della grande vitalità del nostro cinema, in grado di parlare a tutti i pubblici. E ci permette di mandare avanti anche altre produzioni più difficili, da L'aria salata di Angelini a La masseria delle allodole dei fratelli Taviani».

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