Notte di paura: la terra trema ancora E all’Aquila la basilica va in pezzi

Ore 19 e 42: la terra trema ancora. Non una delle centinaia di scosse d’assestamento che dalle 3 e 32 della notte tra domenica e lunedì si susseguono incessanti. No, quella di ieri sera è stata una scossa potente, potentissima,- avvertita distintamente anche a Roma - tra il 5.7 e il 5.3 della scala Richter, con epicentro un po’ più a est del sisma principale. Bilancio: nuovi crolli un po’ dappertutto, la basilica delle Anime Sante, nel centro dell’Aquila, che si sbriciola in diretta tv durante i tg della sera, le macerie che diventano ancora più macerie, il centro storico del capoluogo abruzzese off limits e inagibile. Fortunatamente, nessuna nuova vittima. Una notizia che si era diffusa inizialmente, quella cioè che ci fosse un morto per il nuovo terremoto nella frazione di Santa Rufina di Roio, si è rivelata, fortunatamente infondata. E anzi, a 42 ore dal sisma, anche una buona notizia: dalle macerie di una palazzina nella frazione di Villa Gioia è stata estratta viva una ragazza, Eleonora, 21 anni. Viva, come Marta, una sua coetanea tirata fuori, a 23 ore dal terremoto, dalle macerie di una palazzina di quattro piani dagli speleologi del soccorso alpino.
È stata devastante, la scossa di ieri. Non per gli effetti in sé, ma per i superstiti. Per i vivi, ancora annichiliti dal dolore, distrutti per la perdita dei propri cari, e delle proprie case, che hanno visto concretizzarsi il loro incubo peggiore, il terremoto forte che ritorna, il killer silenzioso ancora pronto, lì, a colpire.
Inferno, non c’è altra definizione per l’angoscia, il dolore, il senso di annichilimento che la gente d’Abruzzo sta vivendo con una dignità enorme. I feriti sono un migliaio, il bilancio dei morti è salito a 235 persone, una quindicina le salme ancora non riconosciute, una trentina le persone che tuttora mancano all’appello. Dispersi si dice, per non dire morti. Anche se la speranza di strappare ancora qualcuno in vita dalle viscere di quella terra che continua a tremare c’è, e con ragione. Lo dimostrano Eleonora, Marta, le altre 150 persone che in una maratona incessante contro il tempo sono state strappate alla morte dalla pervicacia dei soccorritori. All’Aquila si spera e si scava ancora. A Onna, ormai paese fantasma. non si spera più: i 40 dispersi, su 350 abitanti, sono diventati 40 morti.
La Procura dell’Aquila, intanto, ha aperto un fascicolo. Un atto dovuto, spiega il procuratore Alfredo Rossini, anzitutto per dare il nullaosta alla sepoltura delle vittime e poi per accertare eventuali responsabilità sui crolli, con un’eventuale ipotesi di disastro colposo.

Anche gli uffici giudiziari sono inagibili, tanto che oggi a fare il punto della situazione arriverà il ministro di Giustizia Angelino Alfano. Intanto, con questo primo atto, potranno però essere seppellite le 235 vittime. Con ogni probabilità ci sarà un funerale collettivo, il giorno del Venerdì santo.

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