Ve lo ricordate ancora? Balla, canta, incanta e quando corre non te ne accorgi nemmeno: è troppo veloce. Il solito lampo nel buio. Già, ma adesso se lo chiede anche lui: «Come sarò?». Sta in questa domanda a se stesso, e davanti a chissà quante migliaia di persone, lessenza umana di un fenomeno. Uno che non ti puoi immaginare come sia, perchè solo la natura potrebbe raccontare come lha fatto. Usain Bolt stasera tornerà sulla pista e sulle piste. Roma, città della storia e della magnificenza antica, città del calcio vissuto con passione (anche sua) perfino eccessiva, città di belle ragazze, direbbe lui, rappresenta luscita ideale dai blocchi del dubbio. Cornice da re. Bolt a miracol mostrare? Stasera forse no. Però mai disperare, il tipo potrebbe camminare nellaria e volare sullacqua e non ci sarebbe da stupire, solo da goderselo. «Come sarò?». Una risposta attesa da dieci mesi, ovvero da quando ha smesso di far gare per problemi fisici. Chiuse il 6 agosto a Stoccolma, con un mal di schiena che lha costretto a far la fila davanti a medici, lasciarsi scrutare, studiare, riassettare.
Stasera il Compeed Golden Gala accecherà il mondo con i suoi riflettori. Notte per indurre alla tentazione di curiosare fra le donne che corrono i 200 e i 400 metri (bellissimo duello fra Allyson Felix e Sanya Richards nel giro di unora) o fra i velocisti dei 100 e 200 metri (cè Howe), ma pure fra saltatrici (linarrivabile Vlasic) e triplisti: in totale 15 campioni olimpici, 19 mondiali, 10 europei. Ci sarà Asafa Powell, leterno rivale di Bolt (oltre a Tyson Gay) nei momenti che contano e la saetta bianca, il francese Lemaitre.
Di tutto un po. Ma Bolt, più dei suoi avversari, gente di pregio, sei con record personale al di sotto dei 10 netti nei 100 metri, avrà gli occhi del mondo addosso. Come sempre. Stavolta più di sempre. Tutti cercheranno di riconoscerlo. Laltezza è la stessa, un metro e 96, i bicipiti si sono ingrossati, li ha mostrati orgoglioso, dietro cè un grande lavoro. Ha perso due chili di peso, si è ingrassato nel conto in banca. Gli anni sono diventati 24 ma ormai è luomo più pagato del mondo dagli sponsor, personaggio che tiene dietro quasi tutti nella hit parade dei paperoni. Lo sponsor gli passa la stessa cifra di Cristiano Ronaldo: 32 milioni di dollari. Stasera incasserà 250mila euro, ovvero 2500 euro ogni metro, più di 25mila al secondo, anche prendendola comoda. Il suo record del mondo nei 100 metri fa 958, stasera cercherà di stare sotto i 10 secondi. Non cè nulla che possa importunarlo, se non se stesso. «Come sarò? Sono nervoso, questo è certo. Forse per la prima volta in carriera. É la prima gara dopo 10 mesi. Mi sono allenato duramente e sto bene». Il dubbio è lunica crepa che sintravede nel tempo che passa. Quel Bolt, che il mondo scoprì alle Olimpiadi di Pechino, non si preoccupava di nulla, solo di correre forte magari guardandosi alle spalle, come si fa con i compagni di scuola per civettuola supponenza. Magari buttando qualche centesimo di un record. Non cera problema, e alla corsa successiva faceva di meglio.
Oggi Usain sente il peso di un gran carrozzone che gravita nella sua orbita: sponsor, amici e nemici, avversari e Tv, tutto quanto fa leadership di un campione. Eppoi il suo effetto notte: il lampo nel buio. Ogni corsa di Bolt rappresenta la scossa elettrica che qualunque tifoso chiede allo sport e allo spettacolo. Come il pugno da ko di Monzon o Tyson, il colpo geniale di McEnroe o Nadal, il sorpasso di Senna o Alonso, la piega di Rossi o di Kenny Roberts.
Stavolta Bolt ha alzato le mani in anticipo. «Ci sono, ci sarò, ma io guardo lontano: ai mondiali in Corea dove difenderò i miei titoli dei 100 e 200 metri, quelli di Berlino».
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