In nove anni 40mila pastiglie d’ecstasy È un inglese l’uomo più allucinato

Ha smesso al quarto collasso. Ora la storia di Mister A studiata da un’équipe di scienziati

Lorenzo Amuso

da Londra

Non è menzionato nel libro dei Guinness, eppure rappresenta un inquietante record nel mondo della tossicodipendenza: 40mila pastiglie di ecstasy assunte nell'arco di nove anni, una media di più di 12 al giorno. È questa la stima effettuata dai medici di un ospedale londinese che hanno avuto in cura Mr A, pseudonimo scelto per salvaguardare l'identità del paziente ecstasy-dipendente. La sua schiavitù con la droga sintetica è cominciata a 21 anni, quando si «limitava» a cinque pastiglie solo nei week-end. Dopo due anni il consumo si è esteso a tutta la settimana, 3,5 pastiglie ogni giorno. Un circolo vizioso che, in un crescendo incontrollabile, dopo altri tre anni lo ha portato a consumarne fino a 25. Più di una ogni ora, per i successivi quattro anni.
Al terzo collasso nel giro di poche settimane Mr A ha infine deciso di chiedere aiuto, rivolgendosi al centro contro le dipendenze dell'ospedale di St George's Hospital, Tooting (Sud di Londra). Qui i medici hanno ricostruito la sua parabola esistenziale, accompagnandolo nel difficile percorso di disintossicazione. «Per alcuni mesi si è sentito come se fosse ancora sotto gli effetti dell'ecstasy», ha ricordato il dottor Christos Kouimtsidis, elencando le reazioni più frequenti indotte dalla droga: tensione della mascella, aritmia, ipertermia, la cosiddetta «visione del tunnel» (diminuzione della visibilità laterale). Superata la prima fase, però, sono emersi altri effetti collaterali di medio-lungo termine: ansia, depressione, rigidezza muscolare, insonnia. Nel primo periodo di disintossicazione ha pure sofferto di attacchi di panico, paranoia e stati di allucinazione, nonostante la sua famiglia non presentasse precedenti con disturbi mentali.
È stata però la memoria, e con essa la capacità di concentrazione, a risentirne maggiormente. Perso quasi del tutto il senso del tempo, Mr A non è stato più in grado di ricordare fatti o appuntamenti, neppure per brevissimo tempo. I sanitari che lo hanno seguito per quasi sei anni hanno verificato come talvolta ripetesse i medesimi gesti più volte solo perché non poteva ricordare di averli già compiuti. Oppure capitava che interrompesse all'improvviso un'azione sopraffatto da altri pensieri. Al supermercato, per esempio, non sapeva quali prodotti avesse appena messo nel carrello. «Nonostante Mr A fosse pienamente in grado di capire le istruzioni che gli venivano date, la sua concentrazione e attenzione erano così limitate da impedirgli di portare a termine le più banali operazioni», si legge nello studio pubblicato dalla rivista scientifica Psychosomatics. Le risonanze magnetiche al cervello non hanno stabilito se i sintomi corrispondessero a danni biologici al cervello, come zone in necrosi e atrofia. «Si è comunque trattato di un caso estremo - ha puntualizzato il dottor Kouimtsidis -. La vicenda di Mr A ciononostante può suggerire che l'assunzione quotidiana di ecstasy per un lungo periodo di tempo può provocare irreversibili problemi alla memoria e difetti cognitivi».

Secondo alcuni specialisti britannici, il record di Mr A avrebbe sbaragliato il precedente «infausto» primato, detenuto da un altrettanto grave caso clinico che sosteneva di essersi «calato» 2mila pastiglie di ecstasy nel corso della sua esistenza.

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