Angelo Allegri
da Milano
Non volevano cadere nelle mani dellindiana Mittal, ora dovranno imparare il russo. Joseph Kinsch e Guy Dollé, rispettivamente presidente e amministratore delegato del gruppo franco-lussemburghese Arcelor, hanno annunciato ieri mattina la fusione con il gruppo Severstal, guidato dal miliardario moscovita Alexej Mordashov. Dalle nozze, che mettono fuori gioco lofferta da 26 miliardi di Mittal, nascerà il primo gruppo dellacciaio al mondo con 70 milioni di tonnellate prodotte ogni anno, un fatturato di 46 miliardi di euro e un margine operativo lordo di 9.
Mordashov verserà anche un conguaglio in denaro di 1,25 miliardi per ottenere nuovi titoli Arcelor valutati a 44 euro luna, il 20% in più dellultimo rilancio degli indiani. Il russo diventerà il primo azionista con circa il 32% del capitale, mentre gli attuali azionisti peseranno complessivamente per il 68% nel nuovo colosso. La fusione avverrà in tempi strettissimi (pare entro la fine di luglio) e dovrà essere approvata da unassemblea dei soci. E tra questi ultimi, oltre al Granducato del Lussemburgo che nella vecchia Arcelor aveva il 5,6% cè litaliano (di adozione) Romain Zaleski che nelle settimane scorse aveva acquisito via via sul mercato una quota che aveva raggiunto il 5%. Che cosa si ripromettesse Zaleski con i suoi acquisti non era chiaro nei giorni scorsi nemmeno ai vertici di Arcelor, che infatti avevano preferito evitare ogni commento in proposito. Se lobiettivo del finanziere franco-polacco era quello di approfittare di una plusvalenza legata allofferta (parte in contanti e parte in azioni) di Mittal, questa volta Zaleski potrebbe rimanere «spiazzato»: lOpa non ci sarà (Mittal ha escluso rilanci) e ieri il titolo Arcelor ha chiuso in calo del 2,9%. «Arcelor manipola i suoi azionisti negando loro un premio e la possibilità di decidere il futuro dellazienda», è stata la reazione degli indiani.
Subito entusiastiche invece le dichiarazioni di un altro italiano coinvolto, Giuseppe Lucchini. La famiglia di Brescia non figura, per il momento, tra gli azionisti di rilievo di Arcelor e mantiene una partecipazione del 30% nel gruppo dellacciaio creato dal papà di Giuseppe, Luigi. Laltro 70% è stato ceduto nel febbraio scorso proprio alla Severstal di Mordashov, ed è questa la quota che rientra nella fusione. Lucchini ha però detto che la famiglia apporterà anche la sua quota della Lucchini e diventerà socia della nuova Arcelor. «Faremo parte del gruppo degli azionisti di riferimento», ha detto, senza però al momento poter precisare con che quota la famiglia figurerà nel capitale: «Abbiamo condiviso il piano di fusione sin dallinizio». I rapporti tra Lucchini e il gruppo franco-lussemburghese, del resto, sono buoni da sempre. Quando negli anni 90 la francese Usinor (una delle società madri dellodierna Arcelor) fu privatizzata, la famiglia bresciana, con il 2%, era primo azionista privato dei francesi e a cementare la relazione furono anche affari in comune. Con la fusione che portò allattuale configurazione di Arcelor, la partecipazione dei Lucchini si diluì allo 0,4%. E questa quota fu tra le prime a essere venduta una volta esplosa la crisi finanziaria dellazienda bresciana.
Il cuore italiano del nuovo gruppo sarà diviso tra Toscana, più precisamente a Piombino, dove hanno stabilimenti sia la Lucchini, sia Arcelor (La Magona dItalia) e Brescia. La provincia lombarda è la sede del gruppo italiano e ospita a San Zeno un altro impianto del colosso franco-lussemburghese.
Fulcro dellattività di Severstal rimarrà invece la città di Cherepovets, 400 chilometri a nord di Mosca, bacino dellacciaio creato in epoca sovietica, dove lavorano circa 34mila persone.
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