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Nucleare, arrivano le sanzioni ma l'’Iran continua la sua sfida

Intesa per una risoluzione comune all’'Onu. Vinta la riluttanza di Mosca e Pechino

Le sanzioni per fermare la sfida nucleare iraniana stavolta sembrano sulla dirittura d’arrivo. È ancora presto per dire quale portata e quale peso avranno, ma i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza hanno finalmente raggiunto un’intesa sul voto unitario a una risoluzione comune.

A dare l’annuncio del sospirato parto diplomatico è stato il ministro degli Esteri francese Philippe Douste Blazy al termine del vertice parigino del «Cinque più uno», la riunione dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza allargata alla Germania in qualità di mediatore nella trattativa tra Teheran e l’Europa. «Bisogna ancora capire quale sarà la loro portata, ma di certo le sanzioni arriveranno», ha detto ieri il ministro francese ricordando che un ulteriore rinvio metterebbe a rischio la credibilità del massimo organo decisionale delle Nazioni Unite. «Per questo sono ormai certo che troveremo il modo di unirci dietro una singola mozione», ha detto Douste Blazy. Un invito all’unità della comunità internazionale per fronteggiare la sfida iraniana è arrivato anche dal presidente francese Jacques Chirac al termine di un incontro con il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni.

La fumata bianca sulle sanzioni, raggiunta dopo una serie di interminabili sedute susseguitesi per mesi, segnala la vittoria delle pressioni occidentali sulla riluttanza di Cina e Russia, i due grandi partner commerciali e militari di Teheran contrari, fino a ieri, a qualsiasi misura punitiva contro la Repubblica islamica. Secondo Douste Blazy, Washington, Parigi, Londra e Berlino hanno ormai convinto Pechino e Mosca, e questo permetterà «una risoluzione del Consiglio di Sicurezza appoggiata da tutti i membri permanenti inclusi Cina e Russia». Neppure la sessione parigina è invece riuscita a trovare un accordo sulla portata e sulla forza dissuasiva delle misure anti iraniane da proporre al Consilio di sicurezza.

Il canovaccio di risoluzione, preparato a suo tempo da Francia Gran Bretagna e Germania, continua a essere considerato troppo energico dai protettori di Teheran e troppo blando dagli Stati Uniti. La Russia, per quanto disponibile ad applicare tenui sanzioni commerciali, continua a essere contraria a misure rivolte ad impedire i viaggi di personalità e tecnici iraniani coinvolti nel programma nucleare. «Bisogna approvare una proposta che vieti all’Iran le forniture di tecnologie materiali e servizi nel settore dell’arricchimento dell’uranio, del trattamento chimico di combustibile nucleare e della tecnologia ad acqua pesante», ha spiegato prima del vertice dei 5+1 il ministro russo Sergei Lavrov.

La prima timida intesa delle grandi potenze su un programma di sanzioni è stata accompagnata dai consueti toni di sfida del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, sicuro di poter preconizzare, nonostante le eventuali sanzioni, nuovi successi della Repubblica islamica. «In un angolo della terra una nazione s’è alzata in piedi e ha dimostrato l’inconsistenza del potere dell’Occidente», ha detto il presidente spiegando che le attività nucleari continueranno e non verranno assolutamente influenzate dalle decisioni delle grandi potenze. «L’opposizione dei nemici al successo e al progresso iraniano è dovuto alla loro visione monopolistica e all’arroganza di quelle potenze desiderose di dimostrare che il mondo ha sempre bisogno di loro».

L’Iran, opponendosi a questi disegni, raggiungerà - secondo il suo presidente - il picco del successo trasformandosi in una delle più evolute e sviluppate nazioni del mondo.

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