da Vienna
Nulla di fatto ai colloqui tra la troika Ue e lIran ieri a Vienna, a poche ore dalla riunione dellAiea che potrebbe deferire il dossier nucleare iraniano al Consiglio di sicurezza dellOnu. Assodato il fiasco, i negoziatori si sono lasciati con un amichevole «arrivederci» a lunedì e molte dichiarazioni sul buon clima durante i negoziati.
«Abbiamo condotto i colloqui in unatmosfera molto costruttiva, ma senza alla fine arrivare a un accordo», ha sintetizzato il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steimeier. Allincontro, richiesto dallIran, hanno partecipato in rappresentanza dellUe3 anche il ministro degli Esteri francese Philippe Douste-Blazy e, in sostituzione del malato Jack Straw, il direttore politico al Foreign Office, John Sawyer. Presente anche il rappresentante europeo per la politica estera Javier Solana. Per la parte iraniana ha partecipato il capo negoziatore sul nucleare Ali Larijani, che dopo lincontro si è dileguato senza, cosa insolita, rilasciare dichiarazioni ai giornalisti.
«La premessa di base per una ripresa dei negoziati è la disponibilità dellIran a unampia sospensione di tutte le attività incluse quelle nel settore ricerca e sviluppo», ha sottolineato Steinmeier. Anche per Douste-Blazy questo passo rappresenta la «chiave per qualsiasi soluzione»: solo dopo che sarà ripristinata la fiducia si potrà negoziare con lIran su aiuti economici e un sostegno nello sfruttamento civile dellenergia atomica.
Se Larijani ha taciuto, un altro membro della delegazione iraniana si è detto invece ottimista sullandamento dei colloqui di Vienna, affermando che la prossima tornata si svolgerà probabilmente «al massimo livello» e che Mosca e Teheran avrebbero già raggiunto un «ampio accordo». Si tratterebbe di un «pacchetto che tiene conto di tutte le richieste della comunità internazionale, dellIran e dellAiea». La Russia, per disinnescare il conflitto, propone di arricchire sul proprio territorio luranio iraniano ma finora Teheran non ha accettato lofferta. Lultima tornata dei colloqui a Mosca è finita con un nulla di fatto anche se ieri il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha detto di ritenere ancora possibile un compromesso. Finora però pochi credono che lIran rinuncerà ad arricchire uranio in patria, sia perché è fermamente intenzionato a portare avanti il suo programma nucleare, sia perché teme di perdere la faccia. Secondo un rapporto russo divulgato ieri, Teheran sarà in grado di costruire la bomba atomica «al più tardi fra cinque anni».
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