
Per il leader della Lega Matteo Salvini «è l'unico modo per abbassare le bollette della luce e dell'energia per le famiglie, le imprese, chi lavora». Quindi: «Diciamo sì subitp al nucleare». Di più. Il vicepremier e titolare del Mit due giorni fa all'evento promosso dal partito a Palazzo Lombardia evento su nucleare sostenibile ha già fissato una scadenza: «Primo impianto nel 2032, tra sette anni, magari proprio a Milano che è da sempre città di innovazione. Lo dico anche in maniera forse sconveniente dal punto di vista elettorale, tra due anni si vota e mi piacerà che i milanesi scegliessero il prossimo sindaco anche in base all'idea di città, di sviluppo, di sostenibilità che siamo in grado di proporre». La posizione del sindaco è nota da tempo, mesi fa l'ha sintetizzata in una lettera su un quotidiano dal titolo inequivocabile: «Perchè dico no al nucleare». Ma invita Salvini a confrontarsi in un dibattito pubblico sulle ragioni del sì e del no. «Io onestamente spero che sia l'emblema della loro campagna elettorale del 2027 - ironizza -. Ma per non buttarla in caciara, io non sono concettualmente contrario al nucleare. Credo che in questo momento non sia il momento dl nucleare ma si debba puntare sulle rinnovabili. Ho studiato a lungo il tema e ho le mie convinzioni. Siccome Salvini tira spesso fuori la questione del nucleare, penso che anche lui abbia approfondito la cosa». E quindi ribadisce: «Per non buttarla in caciara, visto che è un argomento assolutamente delicato sarebbe veramente utile un confronto pubblico tra me e lui. Io lo farei volentieri, ripeto, ragionando tecnicamente sul senso o meno di una centrale nucleare a Milano. Se è disponibile, io sono più che disponibile».
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture per il momnto non ha replicato. Oggi alla Camera risponderà invece al question time presentato da Noi Moderati sullo stallo dell'urbanistica milanese legato alle inchieste, e in particolare sul ddl Salva Milano che già viaggiava su un binario quasi morto ed è stato bloccato da Sala e Pd dopo il primo arresto in Comune. «Lo stallo non è solo un tema tecnico, ma una questione che coinvolge direttamente la vita di circa 15mila nuclei familiari che hanno investito i risparmi nell'acquisto di abitazioni oggi bloccate a causa di interpretazioni normative incerte e della paralisi amministrativa». Il partito di Maurizio Lupi sottolinea nell'interrogazione che «il venir meno del sostegno del Comune alla proposta di legge cosiddetta Salva Milano rischia di aggravare ulteriormente la situazione, lasciando senza risposte famiglie. È urgente una presa di posizione chiara del Governo e l'avvio di un confronto serio tra istituzioni per individuare soluzioni normative e amministrative in grado di tutelare i cittadini, dare certezza al settore edilizio ed evitare ulteriori ammanchi per le casse comunali, stimati nel 2024 in circa 165 milioni di euro di oneri di urbanizzazione non versati».
Quello di Lupi è tra i nomi che circolano nel toto sindaco del centrodestra, anche nel 2021 era nella rosa dei papabili. Ieri Sala ha sostenuto che «Lupi non perde occasione per far sì che il suo nome entri nel novero dei possibili candidati, e siccome è una sua aspirazione è legittimo. É chiaro che è leader di un partito assolutamente marginale nel centrodestra quindi facile non sarà, dopodichè se ci tiene fa anche bene a farsi avanti».
Non fa nomi ma dichiara che avrebbe già le idee chiare sulla sfida del 2027 il governatore Attilio Fontana. «La mia idea è che si debba trovare un accordo nel centrodestra il più presto possibile, per evitare di arrivare spiazzati vicino alla scadenza elettorale. È vero che mancano due anni, ma questo non toglie che raggiunto l'accordo poi questa persona dovrà essere anche in grado di presentarsi al meglio alla città e di esporre le proprie idee sul futuro.
Quindi prima si raggiunge l'accordo meglio è. Io personalmente avrei già scelto il nome, ma dato che devono essere tanti partiti e segretari a raggiungere un accordo, bisogna dare loro il più presto possibile l'incarico di trovarlo».
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