La parola dordine è numero chiuso. Tra 1.500 e 1.800 come ha proposto Forza Italia, «certamente sotto ai 2mila», assicura il vicesindaco Riccardo De Corato. Anche il sindaco Letizia Moratti concorda con i coordinatori cittadini della Cdl, che ieri ha ricevuto a Palazzo Marino: bisogna fissare un numero chiuso per i rom. Da gennaio ad oggi, dopo lingresso della Romania nellUe, Milano ha fatto i conti con unondata di ingressi che hanno portato almeno a quota 6mila le presenze in città. «Il governo non ha voluto usufruire della moratoria sulla libera immigrazione dei romeni come hanno fatto invece, ad esempio, Blair in Gran Bretagna e Zapatero in Spagna - puntualizza il sindaco -. Questo ha creato un aumento dei flussi migratori, e su Milano cè stata una ripercussione ovvia, essendo una grande città che attira limmigrazione». Ora la Moratti, daccordo coi partiti, chiede al governo «una politica coerente con limpegno che tutti i sindaci hanno di rendere le città sempre più vivibili, accoglienti e sicure». De Corato ribadisce che «la città non può sopportare 6mila rom. Ci sono circa 76 campi ma solo 11 regolari, bisogna intervenire su una sessantina di situazioni. Lobiettivo è arrivare ad un numero chiuso di non oltre 2mila regolari, che firmino il Patto di legalità sperimentato a Triboniano». Di tempi e modi per sgomberare gradualmente le aree abusive, la Moratti e il vicesindaco hanno iniziato a parlare ieri con il prefetto Gian Valerio Lombardi. Nei prossimi giorni si terrà una riunione tecnica tra responsabili di polizia, carabinieri e vigili per fare un censimento dei campi abusivi e programmare gli interventi. «Abbiamo chiesto la presenza anche della Procura - spiega De Corato - perché in alcuni casi ci troviamo di fronte a veri e propri cottage costruiti in violazione delle norme urbanistiche, deve intervenire la magistratura». Ricorda che già dallo scorso novembre, con uninterrogazione parlamentare, tentò di «dissuadere il governo dallapertura indiscriminata delle frontiere alla Romania. Ora affronti la situazione, dandoci la disponibilità a spalmare 3-4mila rom sul territorio provinciale o regionale».
Soddisfatte An, Fi e Lega. Sul caso del parco Lambro hanno chiesto allassessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli di trovare quanto prima unaltra soluzione per i nomadi rimasti al Ceas, «larea sarà temporaneamente destinata a loro e poi ristretta e consegnata a don Colmegna per ospitare persone in difficoltà, ma non rom», assicura il leghista Matteo Salvini. «Milano si trova in una condizione insostenibile - afferma il colonnello di An Ignazio La Russa -. Chiederemo a Prodi, causa di questi guai, di fornire risorse per mantenere delle condizioni accettabili.
Numero chiuso per i nomadi: «Non più di duemila regolari»
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