La nuova Armani un gioiello da playoff

MilanoTrovare l'Armani al settimo cielo, nell'isola dei canestri che sembrava non avere un posto libero per una faccia simpatica come quella del presidente Livio Proli, sembra la sorpresa dell'anno. Per noi, che eravamo critici guardando una squadra incapace di emozionare davvero, a parte qualche lampo tipo la rimonta sul Cska di Messina, per la gente che la vedeva salire e scendere fra le onde, per la critica che apprezzava l'organizzazione difensiva, ma non credeva in quell'attacco noioso e prevedibile.
Livio Proli e la montagna che Giorgio Armani gli aveva chiesto di scalare senza prendere paura perché sapevano tutti che sarebbe stato difficile difendere ogni scelta, da quella del tecnico, poi ringraziato nella festa di Biella, a quella di certi giocatori come il Mike Hall che vive di lune, come il ragazzo Vitali che s'illumina d'immenso anche quando dovrebbe studiare, e poi il giardiniere Jobey Thomas, difensore dell'unico angolo che gli avevano lasciato, quello a nord, esposto al vento e alla possibilità di chiusura anticipata del contratto, è il simbolo della fortuna trovata quando tutto pareva lontano: partire dal sesto posto finale in campionato con l'Europa che sembrava irraggiungibile.
Thomas rientrato nel gioco e nei giochi dopo l'incidente di Pape Sow, saltatore senza rabbia, l'abilità nel trovare Marconato libero da impegni spagnoli dopo il torneo a San Sebastiano, di trovarlo motivato e pronto a riciclarsi anche nel torrido, la cura nel rimettere un po' di vigore nell'italianizzato Mo Taylor, uno con un passato onorevole nella Nba, uno con tecnica e statura, ma poche gambe, il recupero finale di Beard, utile a rimbalzo, in attesa che Rocca possa almeno giocare una delle finali che da mercoledì metteranno l'Armani nel mare grande del Montepaschi che ora sogna il quattro a zero per completare una stagione con una sola sconfitta in terra italiana. Saranno i centri di gravità Armani ad armare la fionda: ma un sasso soltanto non basterà.
Ci voleva fede, bisognava essere resistenti quando i sussurri e le grida intorno alla società tormentavano Proli e Bucchi. Sono stati bravi a mantenere quello che avevano promesso in estate quando la gente li guardava in maniera strana, perché prendendo ed arrivando all'Olimpia carica di gloria, promettevano una stagione di assestamento, senza volare troppo alto.

Hanno resistito a quasi tutto e ora si preparano alla sfida impossibile, rubando a Biella, l'ultima meravigliosa avversaria, lo spirito che servirà per far venire almeno un dubbio a Siena, ai più forti, ai più bravi in tutto.

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