Giancristiano Desiderio
Da una parte Marcello Pera e dallaltra Pier Ferdinando Casini. Da una parte il partito liberale conservatore, dallaltra unedizione riveduta e corretta della Democrazia cristiana. È difficile non notare che nella guerra tra i due ex presidenti delle Camere cè in gioco unidea diversa del centrodestra e, di conseguenza, della democrazia italiana.
Su Casini si può dire un po tutto e il suo contrario, ma una cosa certa cè ed è questa: non è e non sarà il leader del centrodestra. Si metta lanima in pace. Non lo diciamo perché siamo cattivi, ma perché è un dato oggettivo: la leadership di Silvio Berlusconi è lunico punto fermo della Casa delle libertà. Ogni esercizio o richiesta di un cambio della leadership è astratto e sterile perché Berlusconi ha conquistato la guida del centrodestra creando lo schieramento e confermando anche alle ultime elezioni il primato di Forza Italia. Chi, dunque, come Casini, pone il falso problema ha, in realtà, in testa qualcosaltro.
La Casa delle libertà ha avviato un dibattito che, se condotto fino in fondo, approderà a un nuovo patto e, magari, a quello che Pera definisce il «partito liberale conservatore». Il cuore di questa fase nuova del centrodestra è rappresentato dal partito di Berlusconi e dal partito di Fini. Questi due partiti - non nascondiamocelo - esistono solo dentro la cornice del centrodestra. Senza questo perimetro An ridiventa una destra da Msi e Forza Italia un partito di centro come la Dc. La battaglia di Casini sulla leadership mira, in realtà, a smantellare la Casa per rifarla in maniera diversa con un partito di centro a trazione democristiana. In questo modo, An diventerebbe un facsimile del Msi e i suoi voti verrebbero messi in frigorifero e scongelati quando se ne presentasse la necessità, mentre il nuovo partito nato dallincrocio tra le tante anime del purgatorio della ex Dc si piazzerebbe al centro del sistema parlamentare e, come un vizio inestirpabile, non mollerebbe più governo e potere. Il progetto neoreazionario e restauratore di Casini appare irrealizzabile solo perché esiste la Casa delle libertà, ma se il centrodestra si dissolvesse o non si sviluppasse verso la sua forma istituzionale indicata da Pera nel partito liberale conservatore allora, la restaurazione di Casini sarebbe più che verosimile.
Il centrodestra, dunque, non ha scelta: deve approdare a un nuovo patto non solo per condurre una migliore battaglia di opposizione al traballante governo Prodi e per dare unalternativa agli elettori, ma soprattutto perché la Casa delle libertà è la seconda tappa dellevoluzione della specie del centrodestra italiano verso quella «vasta area» liberale nelle istituzioni e conservatrice nei valori che rappresenta la prima e necessaria gamba su cui si regge limpianto della democrazia dellalternanza. Ci si potrebbe esprimere così: la tesi fu il Polo, lantitesi è stata la Casa delle libertà, la sintesi dovrà essere il Partito liberale dei conservatori. Levoluzione del centrodestra, di An e di Fini, di Forza Italia e di Berlusconi, è necessaria altrimenti la cultura politica cattolica e quella postmarxista alla fine vinceranno lo scontro. Il centrosinistra è un prodotto naturale della storia repubblicana. Cresce sugli alberi (in particolare sullulivo) perché la Repubblica nasce con la cultura cattolica e quella marxista (il resto è contorno). Il centrosinistra cera, cè, ci sarà. Ha subito modifiche e continuerà a subirne, ma la sua esistenza è un dato certo perché coincide con la Repubblica. È su questa «coincidenza» che è nato, cresciuto e degenerato lantifascismo che, usato ancora oggi in maniera strumentale, ha come fine il restringimento della democrazia italiana al perimetro del centrosinistra.
Il centrodestra, invece, pur essendo diffuso nel Paese, fin a essere maggioranza più o meno silenziosa, non è un prodotto della natura, bensì un delicato equilibrio politico e culturale che ha continuamente bisogno di cura ed elaborazione. Il centrodestra cè, ma non cera e potrebbe non esserci. La sua storia non coincide con la Repubblica, ma con un processo storico più ampio che ha per fine non il restringimento della democrazia, bensì il compimento della democrazia liberale.
desiderio2006@alice.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.