Alla vigilia dellapprovazione della bozza di manovra economica per il prossimo triennio da parte del consiglio dei ministri, è partito il pressing sul governo da parte degli enti locali. LAssociazione nazionale dei Comuni chiede di essere coinvolta per gli aspetti che riguardano gli enti locali, in particolare, la revisione del patto di stabilità. «Il governo ci convochi immediatamente - attacca il presidente Osvaldo Napoli -: vogliamo confrontarci per studiare gli obiettivi della correzione e, ove possibile, condividerli. Di certo però questa volta i comuni non vogliono continuare a finanziare, come è accaduto in passato, il deficit di altri comparti. Il nostro comparto contribuisce al deficit complessivo in modo molto lieve ed ha dimostrato fin qui di saper fare il proprio ruolo; ora è il momento di cambiare impostazione, secondo criteri di equità». Dello stesso tenore le dichiarazioni del presidente lombardo Attilio Fontana, sindaco di Varese: «Noi riteniamo che questa riforma debba essere accelerata, non possiamo aspettare il 2014 per avere degli effettivi benefici, non ce lo possiamo assolutamente permettere, la situazione deveessere riequilibrata prima di quella data».
Un netto punto a favore delle amministrazioni però è contenuto nella bozza Tremonti ovvero lallentamento della morsa del patto di stabilità che penalizza da sempre i comuni virtuosi. Se la manovra verrà approvata i Comuni che hanno soldi in cassa potranno spenderli a patto di rispettare gli obiettivi di bilancio. Ma su questo punto le interpretazioni si dividono: per il vicepresidente dellAnci Lombardia Giulio Gallera va letta come una vittoria per i comuni del Nord. «La modifica del patto di stabilità che permetterà ai comuni di utilizzare i soldi che hanno in cassa per i cittadini è sicuramente un punto positivo della manovra, è una vittoria nostra perché i comuni lombardi sono oculati e risparmiosi. Fino ad oggi, ci arrabbiavamo per il fatto di non poterli utilizzare per il nostri concittadini, ora lo potremo finalmente fare». I tagli? «vedremo complessivamente quali saranno e i sacrifici che bisognerà ancora fare».
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