Chi è convinto che la proverbiale generosità meneghina va scomparendo dovrà ricredersi. Se tra pochi giorni potremmo festeggiare la riapertura della sala delle Colonne del museo del Duomo dobbiamo dire grazie a due architetti milanesi, Gianni Ravelli e Paolo Castagna, che hanno gratuitamente progettato un'illuminazione tutta nuova per quello spazio. Stiamo parlando di una elegantissima sala settecentesca creata nientemeno che dal Piermarini per ospitare le scuderie di Palazzo Reale e poi diventata fulcro del museo del Duomo: siamo a fianco della cattedrale, accanto a Palazzo Reale, eppure alzi la mano chi conosce questa meraviglia. Purtroppo dal 2005 il museo del Duomo è stato chiuso per i lavori di ristrutturazione di Palazzo Reale e, ora che questi sono ultimati, la Veneranda Fabbrica del Duomo, che ha in cura il museo, è fermamente decisa a riaprire questo tesoro per la città. È vero, ci vogliono molti soldi per riallestire il museo - che peraltro necessita anche di una forte opera di promozione, giacché gran parte dei milanesi ne ignora l'esistenza - ma oggi un piccolo passo è stato fatto: con la collaborazione di Philips Lighting Italia, gli architetti hanno realizzato un'illuminazione che esalta il disegno del Piermarini, con una luce calda alle pareti e una luce dinamica sulla volta. I punti luce sottolineano poi alcune delle statue esposte nella sala dove tra pochi giorni saranno riposizionate anche alcune antiche vetrate. Come spiega Angelo Caloia, da un anno presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo, l'obiettivo è quello di riaprire la sala delle Colonne a eventi culturali aperti al pubblico.
Il primo appuntamento è fissato per il 17 aprile, con la presentazione alla cittadinanza della nuova illuminazione scenografica e dell'opera di riqualificazione di uno spazio che deve tornare a essere frequentato e conosciuto dai milanesi. «Oggi noto una certa apatia e indifferenza verso il Duomo - commenta Caloia - ma in passato è stata la gente a fare grande la cattedrale». L'appello è alle istituzioni, locali e statali, affinché il «sistema Duomo» (guglie, cattedrale, sotterranei, museo) possa tornare a catturare l'attenzione non solo dei turisti, ma degli stessi cittadini.
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