Giannino della Frattina
nostro inviato a Kabul
Scarpe nuove o usate. Da ginnastica o comode, limportante è che siano in buone condizioni. Da riciclare e in cerca di una nuova vita. Pronte a camminare sulle polverose strade di Kabul ai piedi di bambini, ragazzi, adulti che hanno perso un piede o parte della gamba saltando su una delle tantissime mine che avvelenano la terra dAfghanistan. Tutti ne hanno messe. Russi, talebani, terroristi ribelli. Ora sono otto milioni e nessuno sa più nemmeno dove siano. Allospedale della Croce rossa o in quello di Emergency gli italiani fanno miracoli. Operano, costruiscono e impiantano protesi. Sembra ridicolo, ma ora quello che manca sono le scarpe. Se ne rese conto a dicembre il sindaco Gabriele Abertini visitando Kabul. Promise che avrebbe cercato di far qualcosa. Nemmeno un mese e Milano qualcosa ha già fatto. È partita infatti la nuova missione in Afghanistan organizzata da Andrea Vento, responsabile delle Relazioni internazionali di Palazzo Marino. Incontri istituzionali per Giovanni Bozzetti, in rappresentanza del sindaco. Ma soprattutto gesti concreti. «Portiamo a Kabul - spiega lassessore con delega anche alla Cooperazione internazionale - un primo quantitativo di scarpe donate dai milanesi. Duecento paia, ma altre 500 sono già in magazzino. Uniniziativa che continuerà nei prossimi mesi, per cui invito tutti a dare un contributo concreto». A disposizione le «ricliclerie» dellAmsa aperte dal lunedì al sabato dalle 8 alle 19 e domenica dalle 8 alle 15. Gli indirizzi sono Olgettina (via Olgettina 35), Barzaghi (via Barzaghi 14), Pedroni (via Pedroni 40/1) e Muggiano (via Riccardo Lombardi 13).
Con Bozzetti torna in Afghanistan anche il generale di corpo darmata Mauro Del Vecchio, da agosto al comando della missione Isaf operativa in Afghanistan sotto legida dellOnu. Trentasei diverse nazionalità e 2mila italiani impegnati in azioni di pace comandati da un ufficiale normalmente di stanza a Milano. «Ho accolto volentieri - spiega Del Vecchio - linvito del sindaco Albertini che mi ha chiesto di collaborare a questa missione. Sono orgoglioso che Milano abbia saputo essere vicina a Kabul quanto nessunaltra città. LAfghanistan esce da trentanni di guerra e lì la gente ha bisogno di tutto. Un Paese che per uscirne non può fare a meno dellaiuto della comunità internazionale».
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