Nuova sede Coni Milano apripista per la corsa a Roma 2020

Parola chiave: questo è un Simbolo. Detto con la esse maiuscola. Lo ha dichiarato Roberto Formigoni, ovvero il presidente della Regione Lombardia, si sono associati gli altri, che erano tanti e tutti importanti: il presidente del Coni Petrucci e il segretario Pagnozzi, il sindaco Letizia Moratti, Guido Podestà presidente della Provincia, Galliani e Moratti, in nome di Milan e Inter, Livio Proli, per l’Armani jeans, monsignor Severino Pagani che ha benedetto tutti. L’elencazione serve a dimostrare quanto contasse l’evento, non solo per il mondo: l’inaugurazione del nuovo palazzo del Coni e delle federazioni lombarde. La Lombardia è una Regione che ha in bacheca il 20-21% di tutto il medagliere olimpico italiano. E ieri, dal longevo Mangiarotti, re della scherma, all’ultimo peso massimo (non solo per i pugni), Roberto Cammarelle, erano lì a dimostrare la bontà di una stirpe sportiva.
Di solito, lo sport costruisce campioni e vive tra impianti e palestre. A Milano i campioni ci sono, gli impianti molto meno, anzi la crisi è nera. Chi conosce lo sport, e non si interessa solo alle paillettes, non si fa più illudere dalle chiacchiere e magari penserà: stavolta hanno ricominciato dal tetto. Ecco il Coni ha trovato una casa per dirigenti e affini, ora serve il resto: soprattutto per gli atleti, magari per gli spettatori. Il palazzone di via Piranesi è costato 36 milioni di euro, ha una dimensione di 14.500 mq ed è un simbolo perché Milano ricominci a restituire casa allo sport. C’entra L’Expo? Forse. La candidatura di Roma 2020? Probabile. Ieri Petrucci ha ricordato che il nostro sport si è affidato a Mario Pescante. «Il dirigente sportivo italiano più conosciuto nel mondo». E il sindaco Moratti ha ribadito l’appoggio milanese al progetto. Dice Petrucci che il sistema paese lo appoggerà senza preoccuparsi di pro e contro interni. «Non crediate che negli altri paesi sia tutto un Eden».
Oggi il Simbolo serve per spingere all’ottimismo e avviare progetti: nuovi giochi nelle scuole milanesi, la ristrutturazione di 23 palestre, l’ammodernamento di impianti. Garantito dal sindaco Moratti, che dovrà mantenere la promessa: c’erano troppi testimoni. Che, poi, la speranza è quella di vedere Milano proporsi per una Olimpiade.

«Magari nel 2040», ha azzardato Podestà.
Per ora tutti con la valigia in mano: la settimana prossima il Coni porterà 37 tecnici azzurri a visionare gli impianti di Londra 2012. Sta per partire l’Olimpiade degli altri.

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