Economia

Le nuove armi del Fisco: più poteri a Entrate e Gdf

La legge di Bilancio 2020 ha assegnato nuovi poteri e funzioni all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza. L’obiettivo di aiutare il Fisco a contrastare l’evasione fiscale

Le nuove armi del Fisco: più poteri a Entrate e Gdf

Le misure contenute nella legge di Bilancio 2020 (n. 160/2019) e nel collegato fiscale (dl 124/2019) rafforzano i poteri del Fisco. La novità più importante ricade sull’Agenzia delle Entrate e sulla Guardia di finanza: entrambe assumono nuovi poteri e funzioni.

Come sottolinea il quotidiano Italia Oggi, le fiamme gialle possono adesso contare su prerogative che in precedenza erano di esclusiva priorità delle Entrate. Un esempio? L’accesso all’archivio dei rapporti finanziari.

Ma non è finita qui perché la Guardia di finanza viene di fatto parificata all’Agenzia delle entrate “nel caso in cui vengono inserite nell’ordinamento nuove attribuzioni o nuovi compiti investigativi”, come nel caso “dell’utilizzo dei dati contenuti nelle fatture elettroniche”. Certo, nonostante questo, i due organi citati restano tra loro diversi e continuano ad adottare differenti modus operandi nell’ambito delle procedure inerenti al contrasto dell’evasione fiscale.

In ogni caso, l’articolo 1 - commi 682 e 686 - della legge di Bilancio 2020 sulle attività di selezione ed analisi del rischio ricorda che anche la Guardia di finanza potrà usare i dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari “avvalendosi delle tecnologie, delle elaborazioni e delle interconnessioni con le altre banche dati di cui la stessa è titolare”.

Poteri simili e rischi

In altre parole, a dispetto di nuovi punti di incontro, Entrate e fiamme gialle continueranno a percorrere binari distinti, potranno arrivare a conclusioni diverse e persino opposte tra loro. Questo perché ciascuno dei due organi delineerà il cosiddetto rischio fiscale basandosi sulle informazioni presenti nelle banche date a loro disposizione. Banche dati, ricordiamolo, che potrebbero in certi casi anche divergere.

Anche se la logica lascerebbe presupporre la necessità di condurre a livello unitario la prima fase, ovvero quella relativa alla selezione delle posizioni dei contribuenti “sulla base delle risultanze dell’archivio dei rapporti finanziari”, ognuno dei due soggetti potrebbe operare in maniera autonoma innescando procedure di analisi del rischio completamente diverse l’una dall’altra.

Un problema simile riguarda l’utilizzo dei file delle fatture elettroniche (articolo 14 del decreto legge n. 124/2019). Anche qui, il legislatore ha ritenuto opportuno assimilare Agenzia delle entrate e Guardia di finanza per quanto concerne l’utilizzo di tali informazioni. Ma, pur partendo da un minimo comun denominatore, le due teste potrebbero giungere a risultati diversi e radicalmente opposti.

Dunque, sia l’Agenzia delle Entrate quanto la Guardia di finanze riceverebbero dal legislatore poteri e funzioni simili per aiutare il Fisco nella lotta all’evasione fiscale.

Con il pericolo che i due organi possano effettuare la medesima analisi del rischio.

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