
Io Tik Tok non lo sopporto, ma sono fatti miei. Ho un account ma non lo uso mai, anche perché appena ci entrai capii subito che aria tirava, ciao ciao. In ogni caso non è che mi stupisca più di tanto, però ogni volta che escono i dati sull’uso dei social resto comunque impressionato, soprattutto da Tik Tok. Ultimo aggiornamento: a febbraio 2025 ogni utente italiano ha passato in media 411 minuti su TikTok. In un mese, ossia sei ore e cinquantuno minuti di scroll. Instagram, nel frattempo, si ferma a 322 minuti, praticamente una piattaforma slow. Facendo due conti: in un anno, vuol dire circa 82 ore su TikTok, cioè meno tre giorni e mezzo di fila a guardare video che non ricorderemo mai, una specie di coma vigile a rate. Per vedere gente che si trucca con la colla vinilica, cani che ballano, ragazzi che fingono svenimenti per testare la fedeltà della fidanzata, tutorial su come cucinare la carbonara con il latte di cocco, nonni che cadono in piscina, tatuaggi fatti con un Uniposca, il trucco per il “glow up” definitivo usando tre fette di cetriolo, sedili della macchina puliti con un lanciafiamme, e l’immancabile video motivazionale con una frase tipo “se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”, mentre un tizio corre sotto la pioggia con l’occhio spiritato e la soundtrack epica. Eppure è una scatola cinese per fare soldi.
Nel frattempo Zuckerberg ha detto che TikTok è la minaccia più seria per Facebook e Instagram, e lo capisco: Meta ha perso dai 3 ai 6 miliardi di dollari in pubblicità perché per la gente è più divertente guardare uno che si tira la panna in faccia piuttosto che postare il proprio brunch (non che quelli che postano ogni cosa che mangiano siano une specie intellettualmente eletta, ancora meno chi li vede: direi solo che Instagram non è il baratro di Tik Tok). Tra l’altro negli Stati Uniti TikTok è stato tolto dagli app store per quasi un mese e, appena reintrodotto, i download sono aumentati del 60%. Come vietare i dolci a un bambino per poi lasciargli l’intera pasticceria. Ovviamente torniamo sempre all’algoritmo, il vero motore del rimbecillimento da tiktok, che analizza oltre 80 segnali, e fa un uso intelligente con l’AI: quanto resti su un contenuto, quanto lo riguardi, quanto lo ignori, quanto lo odi, ma non riesci a smettere di guardarlo. Ti conosce meglio del tuo partner, e soprattutto non ti dà ciò che ti piace, ma ciò che ti blocca lì, con un’espressione da pesce rosso in loop.
C’è chi parla di dipendenza, ma mi sembra un discorso moralistico, e soprattutto come se fosse imposto dall’alto: gli utenti scelgono cosa vedere, cosa scrollare, quindi cosa fare? È come l’audience di un programma tv, inversamente proporzionale a quanto ti fa pensare, c’è poco da fare. In Italia TikTok ha meno utenti di Instagram: 18,3 milioni contro 25,7, e però vince lo stesso, perché non conta quanti siete, conta quanto restate, e Tik Tok è una carta moschicida per passare due ore al giorno a guardare sconosciuti che si lanciano addosso il detersivo per i piatti, con sotto la base di una canzone rumena remixata in versione techno.
Ciò si traduce in termini economici: Immagino se fosse vivo oggi Socrate, chissà: magari si suiciderebbe con la cicuta senza bisogno di una condanna a morte. O magari avrebbe un canale Tik Tok dove cucina pancake a forma di Platone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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