In Eni la pausa pranzo è sostenibile grazie alla serra aeroponica

Sulle tavole dei ristoranti aziendali del gruppo a San Donato Milanese arrivano verdure e ortaggi coltivati nell'orto tecnologico sviluppato presso il Centro Ricerche Eni. È la prima volta che in Italia viene utilizzata questa tecnologia nell’ambito della ristorazione collettiva

In Eni la pausa pranzo è sostenibile grazie alla serra aeroponica

Sulle tavole dei ristoranti aziendali di Eni a San Donato Milanese d'ora in poi le insalate con rucola, ravanelli, porri, cavolo rosso ma anche il basilico e altri aromi, arrivano direttamente dalla nuova (e innovativa) serra aeroponica che si trova a due passi dall’azienda. È la prima volta che in Italia viene utilizzata questa tecnologia nell’ambito della ristorazione collettiva. Ma è solo l’inizio.

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È stata Eni stessa ad annunciare l’avvio del nuovo progetto che unisce tecnologia, innovazione e welfare aziendale attraverso la realizzazione di una serra aeroponica dedicata alla coltivazione di insalate e micro-ortaggi presso il Centro Ricerche Eni di Bolgiano. Il Centro, inaugurato nel 1985, è diventato un polo di avanguardia scientifica dedicato alle tecnologie per l’utilizzo delle risorse naturali, del vento, per lo sviluppo di nuovi processi industriali e per la formulazione di prodotti rivolti alla mobilità sostenibile, per la ricerca sui temi ambientali. Nel centro, lavorano più di 300 persone direttamente coinvolte nelle attività R&D, e vengono svolte più di 100.000 analisi ogni anno.

Che cos’è la serra aeroponica

L’iniziativa, caratterizzata da un alto livello di automazione e dalla possibilità di gestione da remoto, è destinata a rifornire i ristoranti aziendali di Eni a San Donato Milanese, con l’obiettivo di promuovere un utilizzo responsabile delle risorse e sostenere modelli produttivi fondati su efficienza, innovazione e responsabilità sociale. La tecnologia aeroponica è un sistema innovativo di coltivazione fuori suolo, basato sulla nebulizzazione dosata e diretta di acqua e sostanze nutritive sulle radici delle piante. Questo metodo, come spiegano in una nota da Eni, garantisce un’idratazione, una nutrizione e un’ossigenazione ottimali, favorendo lo sviluppo delle colture in modo efficiente e sostenibile. Così, grazie a questo sistema, è possibile ridurre drasticamente il consumo di risorse naturali: fino al 98% di acqua in meno e un impiego limitato di fertilizzanti rispetto all’agricoltura tradizionale, e inoltre l’eliminazione dell’uso del suolo.

Realizzato nella primavera scorsa, l’impianto è frutto della collaborazione con Dussmann (gestore dei servizi di ristorazione a SDM) e Agricooltur®, startup innovativa titolare dei brevetti tecnologici adottati, impegnata nello sviluppo di soluzioni a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale. Un’attenzione particolare è stata riservata alla sostenibilità anche nella fase costruttiva, attraverso l’impiego di materiali recuperati e riciclati.

Attenzione all’ambiente e alle persone

Il progetto si inserisce infatti nell’ambito delle azioni promosse da Eni a partire dal territorio di San Donato Milanese per incentivare pratiche virtuose in campo ambientale, attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, e al tempo stesso investire nel benessere delle proprie persone. La serra è situata in prossimità delle cucine aziendali, garantendo così una filiera cortissima per la produzione e il consumo diretto di insalate, micro-ortaggi (tra cui rucola, ravanelli, porri, cavolo rosso) e piante aromatiche come il basilico. Il risultato è un prodotto freschissimo, privo di residui, senza imballaggi e con un impatto ambientale ridottissimo. «In un’ottica di ulteriore valorizzazione, spiegano ancora - le eventuali eccedenze produttive saranno presto messe a disposizione dei dipendenti, che potranno acquistarle per il consumo domestico».

Ma l’iniziativa non si limita all’ambito aziendale. Grazie alla collaborazione con il Comune di San Donato Milanese, la serra sarà anche uno spazio aperto al territorio e alle scuole con l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilità, dell’innovazione e della responsabilità sociale. «Con questa nuova realizzazione, Eni - spiegano - conferma il proprio impegno nel creare un ecosistema sostenibile, integrando tecnologia e welfare in una visione d’impresa che guarda al futuro».

La ricerca in Eni

Eni con i suoi 7 Centri di ricerca in Italia, più di mille ricercatori e un portafoglio di oltre 10.000 titoli di proprietà intellettuale è un’azienda a forte contenuto tecnologico. «Alla base del percorso di trasformazione - spiegano in Eni - c’è l’innovazione tecnologica che rappresenta un driver per raggiungere gli obiettivi di breve, medio e lungo periodo nella strategia di decarbonizzazione di Eni». Quindi, le attività di Ricerca «abbracciano e integrano verticalmente tutta la catena del valore, basandosi sui seguenti pilastri: decarbonizzazione dei processi; prodotti circolari e bio; energie nuove, rinnovabili e stoccaggio energetico; eccellenza operativa». L’innovazione tecnologica viene realizzata grazie alla sinergia tra ricerca interna, avanzate capacità ingegneristiche, competenze e strumenti digitali e costante interazione con il business. I progetti e le capacità di innovazione si arricchiscono di collaborazioni con università e centri di ricerca e attraverso le attività di Open Innovation. Nelle proprie attività R&D Eni applica il principio della neutralità tecnologica: non esiste un’unica soluzione per realizzare la transizione energetica, ma è necessario disporre di un mix tecnologico adattabile ad applicazioni ed esigenze diverse.

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