Nuove luci in piazza della Scala

Se, attraversando piazza della Scala, vedete alla sommità dei candelabri quattro luci diverse, non vi spaventate. Non avete bevuto troppo, è l’assessore all’Arredo e Decoro urbano Maurizio Cadeo che sta decidendo come dare una nuova luce a uno dei luoghi simbolo della città. Due giorni per decidere, con il consiglio di quanti vorranno dire la loro. Primo fra tutti, come dice lui, il «professor» Vittorio Sgarbi, «un amico, ma soprattutto uno che di queste cose se ne intende». Scopo dichiarato, «creare un’atmosfera più calda». Già al lavoro da giorni i tecnici dell’Aem che si occuperanno dell’operazione. Da decidere se sia preferibile la «boccia» trasparente con il paralume («forse si vede troppo il modernismo dell’acciaio», commenta l’architetto a capo del Settore) o il «globo ghiacciato con la luce più calda che illumina di più e fa risparmiare energia», l’«opalina con l’effetto candela» che fa sembrare la luce provenire da una fiammella o la versione «opaca». Si parte dallo spazio di fronte a Palazzo Marino, ma contemporaneamente l’intervento riguarderà anche piazza Duomo. «La Galleria? È un ambiente chiuso - spiega Cadeo -. Al coperto bisogna provare altri cromatismi. Ma ci si può pensare. Di certo c’è che questo è uno degli impegni presi con gli elettori a cui stiamo dando immediatamente seguito».

Da dire che i quattro candelabri originali in ghisa, restaurati nel 1998, furono progettati nel 1914 da Luca Beltrami, senatore e conservatore del Castello. Ma la loro installazione risale al 1919, alla fine della guerra.

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