Per cinquantamila milanesi ancora settanta giorni e sarà tutto passato. O meglio, tutto tornerà come prima. La sperimentazione delle rotte aeree nel cielo sopra Linate terminerà il prossimo 2 luglio. A confortare questa tesi un comunicato ufficiale dellEnac - «Sarà ripristinata la rotta di risalita 340° in luogo della 330°» -, lindirizzo dato dalle commissioni consiliari in tema di Mobilità e Salute, limpegno dellassessore Edoardo Croci affinché nessun velivolo tuoni sulle case a Nord-Est della città.
Ieri mattina i quindici comitati di quartiere interessati dal test - varato dalla direzione aeroportuale lo scorso 27 settembre e con scadenza iniziale prevista il 13 marzo, poi prorogata di altri tre mesi e mezzo - si sono dati appuntamento al Forlanini, con loro anche qualche «grillino» ad appoggiare la protesta. Breve carrellata di slogan: «Basta aerei sulle nostre teste», «Moratti ricordati di noi», «Ci tolgono pure il sonno». Sintetizza le ragioni dei cittadini contrari alla sperimentazione il portavoce Enrico Ponta: «Una battaglia di civiltà contro i poteri forti che hanno fatto pressing per la modifica delle rotte. Non ne possiamo più dei decolli a distanza ravvicinata, ogni santo giorno dalle sei del mattino a mezzanotte. In totale - spiega - il traffico sul quadrante Nord-Est è salito dall11 al 24 per cento, fanno 60 manovre a unaltezza di 1.050 piedi: oltre al fatto che per la prima volta viene violato lo spazio aereo di Milano, ciò è in contrasto con le normative europee». Per la gente di Lambrate, Udine, Feltre, Porpora, Rubattino, Ortica, Cimiano e Crescenzago (oltre ad almeno altri otto comuni dellhinterland, da Cinisello a Cassina de Pecchi) non resta che aspettare. «Ci auguriamo che le indicazioni del Comune siano accolte, daltronde i tempi necessari per riorganizzare il servizio delle compagnie aeree, combaciano con la data fissata per la conclusione della vicenda». Tuttavia la partita potrebbe non essere affatto chiusa. Il ritorno alla situazione antecedente potrebbe scatenare le ire dei sindaci di quei centri, come Pioltello, San Donato o la stessa Segrate, che si ritroverebbero a dover smaltire lintero traffico in partenza dallo scalo di Linate.
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