(...) radicale per celebrare lanniversario della rivolta di Genova contro il governo Tambroni, «reo» di aver accettato lappoggio esterno del Msi, ha avuto come obiettivo quello di assaltare la sede della Federazione provinciale di An. Una settantina di esagitati ha lanciato fumogeni attraverso le finestre degli uffici del partito. In sede erano presenti solo alcune segretarie, terrorizzate dallesplosione di violenza. Il presidente provinciale Gianfranco Gadolla stava partecipando alla festa del Pdl alla discoteca Mako, ma ha già chiesto per oggi un incontro urgente al prefetto e annunciato un denuncia contro ignoti. «È il clima che è stato costruito in questi mesi - attacca - Quando si vedono sui muri manifesti come quelli inneggianti al 30 giugno 1960 e indicanti slogan contro i servi dei padroni non può che tornare alla mente il clima peggiore degli anni di piombo».
E dire che nel pomeriggio la «ricorrenza» sembrava destinata a un epilogo quasi «sonnolento». Per commemorare i fatti del 30 giugno 1960, la sezione del Partito dei Comunisti Italiani dall'evocativo nome di «Lenin» e il Circolo Bianchini di Rifondazione, hanno organizzato un dibattito pubblico. Niente teatri, niente sedi ufficiali, niente locali dal gusto radical-chic. Lo scenario è quello nazional-popolare di piazza Romagnosi a Marassi. Il vero mattatore è stato Marco Rizzo, forzuto esemplare del comunismo più comunista che c'è, che ha arringato un crocchio in attesa della lezione di Gianni Vattimo in ritardo e dell'album dei ricordi di Bianca Bracci Torsi, partigiana e membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione. Tutti, esibendo magliette col Che e altri feticci, si attendevano una ricostituente orazione di anti-berlusconismo, una dose massiccia di anti-fascismo vecchio stampo, una raffica di accuse al governo. E invece no. Ecco la sorpresa. Il vero tema dominante è stata una serrata critica contro la sinistra, cioè il Pd e i suoi dirigenti. C'è di più. Gli strali di Rizzo hanno colpito persino labortita Sinistra Arcobaleno. La diagnosi è chiara: per curare i mali di oggi bisogna iniettare un solo antidoto - una sinistra intransigente, radicale, pura nei suoi dogmi e depurata di ogni contaminazione liberista. E così Berlusconi è solo un pretesto.
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