Economia

Nuovo balzo del titolo: +3,98% Per le banche perdite dimezzate

nostro inviato a Torino

Il mercato ci credeva e anche sulla scommessa di un trimestre positivo il titolo Fiat ha corso in Borsa per 20 giorni. Ma i risultati, approvati ieri dal cda, superano le migliori aspettative e, a Piazza Affari il Lingotto ha preso nuovamente il volo: dopo forti scambi pari al 4,4% del capitale, l’azione ha toccato i 7,24 euro chiudendo in rialzo del 3,98% a 7,15 euro, valore record dall’ottobre 2003. Festeggiano anche le holding degli Agnelli: Ifil ha guadagnato l’1,29% a 3,67 euro e Ifi l’1,23% a 12,82 euro. «Sono dati sorprendenti che offrono un buon motivo per la performance del titolo, ma non bastano a giustificare il recente andamento», ha commentato un operatore. Ma nemmeno il Lingotto sembra avere una risposta all’exploit del titolo. A giocare un ruolo determinante sarebbe la fiducia riconquistata dalla Fiat e la possibilità che il gruppo rappresenti un valore una volta archiviato il piano di rilancio. Ci sono poi fondi americani soliti a mettere sotto la lente aziende alle prese con ristrutturazioni. E a proposito di ristrutturazioni ieri è caduta l’ipotesi che il fondo salva-imprese che farà capo a Carlo De Benedetti possa occuparsi di Fiat Auto. La società, infatti, lancerà il salvagente solo a gruppi di medie dimensioni. I risultati del secondo trimestre del Lingotto erano particolarmente attesi dalle banche che a settembre convertiranno in azioni i 3 miliardi prestati alla Fiat.
Con la rivalutazione del titolo, la minusvalenza potenziale degli istituti si è quasi dimezzata, scendendo a poco meno di 900 milioni da 1,697 miliardi del 20 aprile. Con i parametri di allora sarebbero state emesse 296 milioni di azioni a un prezzo di conversione di 10,07 euro, con una minusvalenza di 5,54 euro per azione rispetto ai corsi di Borsa di 4,53 euro. A oggi, invece, l’aumento di capitale riservato al convertendo prevederebbe l’emissione di 293 milioni nuove azioni a 10,22 euro che confrontato con la chiusura di ieri a 7,15 euro evidenzia una minusvalenza per azione di 3,07 euro. Sempre a proposito di banche, il presidente di Ifil, Gianluigi Gabetti, ha precisato che non esistono accordi con il Sanpaolo Imi miranti a stabilire un rapporto congiunto della Fiat.

E per quanto riguarda le quote che le banche metterebbero sul mercato una volta scattato il convertendo, sembra che la Fiat si sia dichiarata disponibile a «pilotare» l’operazione.

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