Ieri infatti i commissari di maggioranza si sono per la prima volta presentati in commissione, votando scheda bianca anziché far mancare il numero legale. Stamani alle 10 il copione si ripeterà, dopo di che il quorum per il presidente si abbasserà dai tre quinti alla maggioranza semplice. E a quel punto potrebbero aprirsi due scenari: o il centrodestra consente allopposizione di eleggersi Leoluca Orlando (nella foto) con i suoi voti, oppure va alla prova di forza e sceglie un altro nome della minoranza da votare. E ieri ne sono circolati diversi: dal dalemiano Nicola Latorre al fassiniano Fabrizio Morri a un Udc, fino al radicale Marco Beltrandi. Sul quale però, confidano autorevolmente dalluna e dallaltra sponda, ci sarebbe nientemeno che un temibile e non meglio precisato «veto cattolico», più o meno come su Obama. La seconda votazione di oggi, però, potrebbe slittare, causa Finanziaria, e perché in casa Pdl si vuol prendere tempo fino a martedì. Lega e An, ansiosi di dare il via alle nomine Rai, premono per chiudere la partita Vigilanza, anche ingoiando Orlando in cambio di mani libere a Viale Mazzini.
Ieri lopposizione ha continuato a sostenere Leoluca Orlando, ma per la prima volta il muro si è scalfito e al candidato dipietrista sono mancati un paio di voti: segnali di scontento verso la linea Veltroni, che sono emersi anche nella riunione Pd di ieri: «La nostra posizione va rimodulata», ha chiesto Latorre. Veltroni ha insistito con lIdv per un cambio di candidato, ma Di Pietro non ci pensa neppure. E oggi il leader del Pd riunisce un summit «decisivo». Dal quale il Pdl attende segnali di «novità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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