«È un primo passo, estremamente significativo e concreto, verso un sogno che credo non sia soltanto del Galliera e dell'Amministrazione, ma della città intera e della Regione Liguria, proprio per avere un nuovo ospedale, cioè un nuovo Galliera all'altezza delle necessità di oggi, che continuerà nel suo servizio, cercando di migliorare le prestazioni, che già adesso godono della stima e della fiducia dei genovesi, per rispondere al meglio alla malattia e alla precarietà di tante persone». Esprime così tutta la sua soddisfazione il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Galliera che ieri mattina nella sala del consiglio di amministrazione dell'ospedale genovese ha firmato - con il sindaco Marta Vincenzi e il presidente della Regione Claudio Burlando - i protocolli d'intesa che porteranno alla realizzazione del «Nuovo Galliera».
La struttura - che disporrà di 480 posti - si svilupperà su un'area di 60mila metri quadrati e sarà edificato su terreni già di proprietà dell'ospedale, compresi tra corso Mentana, via Aurelio Saffi e via Vannucci. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un «ospedale verde», a basso impatto ambientale con la riduzione sia delle emissioni inquinanti che del consumo energetico.
«Un momento strategico - spiega Adriano Lagostena, direttore generale dell'ospedale - in cui le amministrazioni coinvolte esercitano attraverso il protocollo stesso le loro funzioni. In particolare la Regione Liguria contribuendo finanziariamente con 53 milioni di euro e il Comune di Genova attraverso una complessa e articolata operazione che ha come finalità la migliore utilizzazione degli asset immobiliari dell'ente».
«Gli spazi e le strutture attuali - continua Lagostena - con la realizzazione del Nuovo Galliera non saranno più strumentali, verranno in parte venduti e in parte destinati a ricoprire un importante ruolo pubblico per il quartiere e per la città. È per questo che verranno coinvolti anche la Provincia di Genova e la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Liguria». Scompariranno i reparti spiega ancora Lagostena: «una nuova cultura dell'assistenza.
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