Milano - La campagna elettorale del centrodestra parte da San Babila, nel cuore di Milano: la piazza dove, il 18 novembre scorso, Silvio Berlusconi pronunciò il famoso «discorso del predellino» in cui annunciava il nuovo Partito della libertà; la piazza cara anche alla destra italiana. In questo simbolo della nuova formazione politica del Popolo della libertà, in un teatro Nuovo stipato all’inverosimile, i Circoli della libertà di Michela Vittoria Brambilla hanno convocato un meeting. E Silvio Berlusconi ha lanciato il suo manifesto elettorale.
Il leader del centrodestra ha attaccato il governo Prodi, ne ha elencato «i lasciti tremendi»; ha smascherato il presunto «nuovismo» del neonato partito democratico («il leader è in politica da oltre 33 anni e il presidente si chiama Prodi»). Ma ha anche fatto gli auguri al Pd: «Finalmente la sinistra ha cominciato a capire qualcosa e, sia pure con un ritardo di decenni, si è sottratta all’abbraccio mortale della sinistra radicale e antagonista». E ha invitato gli elettori a «non votare al di fuori dei due pilastri del bipolarismo, perché i partiti piccoli possono ostacolare i progetti che le due forze maggiori realizzeranno dopo le elezioni per il bene del Paese».
I valori del centrodestra non sono cambiati: Berlusconi ha riletto alcuni passi del primo discorso politico del 1994 consegnandone poi la copia alla Brambilla. «Il nostro governo ha ben operato e ci apprestiamo a completare l’opera nei prossimi cinque anni».
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