Il nuovo manifesto di Berlusconi

Il Cavaliere ha dato il via alla campagna elettorale: "I nostri valori non sono cambiati, la libertà prima di tutto". L'appello ai cittadini: "Non sprecate i vostri voti. Quelli dati ai partiti piccoli sono pericolosi". Il rapporto con il Carroccio: "Ho parlato con Bossi, la Lega correrà solo al Nord". Con Prodi 67 nuove tasse. Sul palco senza cravatta. Commenta

Il nuovo manifesto di Berlusconi

Milano - La campagna elettorale del centrodestra parte da San Babila, nel cuore di Milano: la piazza dove, il 18 novembre scorso, Silvio Berlusconi pronunciò il famoso «discorso del predellino» in cui annunciava il nuovo Partito della libertà; la piazza cara anche alla destra italiana. In questo simbolo della nuova formazione politica del Popolo della libertà, in un teatro Nuovo stipato all’inverosimile, i Circoli della libertà di Michela Vittoria Brambilla hanno convocato un meeting. E Silvio Berlusconi ha lanciato il suo manifesto elettorale.
Il leader del centrodestra ha attaccato il governo Prodi, ne ha elencato «i lasciti tremendi»; ha smascherato il presunto «nuovismo» del neonato partito democratico («il leader è in politica da oltre 33 anni e il presidente si chiama Prodi»). Ma ha anche fatto gli auguri al Pd: «Finalmente la sinistra ha cominciato a capire qualcosa e, sia pure con un ritardo di decenni, si è sottratta all’abbraccio mortale della sinistra radicale e antagonista». E ha invitato gli elettori a «non votare al di fuori dei due pilastri del bipolarismo, perché i partiti piccoli possono ostacolare i progetti che le due forze maggiori realizzeranno dopo le elezioni per il bene del Paese».
I valori del centrodestra non sono cambiati: Berlusconi ha riletto alcuni passi del primo discorso politico del 1994 consegnandone poi la copia alla Brambilla. «Il nostro governo ha ben operato e ci apprestiamo a completare l’opera nei prossimi cinque anni».

Fatto l’accordo con Alleanza nazionale per le liste uniche («la vera novità di questo voto è il nostro grande partito moderato»), il Cavaliere ha annunciato che la Lega Nord presenterà liste proprie soltanto nelle regioni in cui ha un consistente peso elettorale e non altrove. E ha tirato le orecchie a chi fischiava Mastella: «Se non c’era lui, Prodi stava ancora al governo. Dobbiamo ringraziarlo, e la riconoscenza è uno dei valori che abbiamo anche in politica».

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