Nuovo miracolo ad Haiti: un uomo di 35 anni è stato estratto vivo dalle macerie a Port-au-Prince 14 giorni dopo il disastroso terremoto che si stima abbia fatto 350 mila morti e due dopo la fine ufficiale delle ricerche dei sopravissuti. Il salvataggio ha suscitato entusiasmo e gioia nel pieno di una situazione drammatica dove mancano ancora 200 mila tende per alleviare le drammatiche condizioni di un milioni di sfollati.
L'uomo, completamente coperto di polvere, secondo quanto hanno riferito testimoni all'agenzia Reuters, è stato salvato da militari statunitensi dalle rovine di un edificio crollato. «È stato trasportato in ospedale e se la caverà», ha detto un soldato dell'82esima Divisione aerotrasportata Usa, aggiungendo però che l'uomo «ha una gamba stritolata».
Finora sono 133 le persone estratte vive dalle macerie. L'ultimo miracolo era stato quello di un ragazzo di 24 anni,
Wismond Exantus Jean-Pierre, tirato fuori dalle rovine dell'Hotel Napoli di Port-au-Prince, dov'era sopravissuto 12 giorni bevendo coca-cola e qualche snack trovati fortunosamente fra le macerie che lo tenevano prigioniero.
L'ultimo salvataggio si inserisce comunque fra quelli più clamorosi di resistenza sotto le macerie di un terremoto, forse secondo soltanto all'incubo di una ragazza coreana sopravvissuta per 17 giorni dopo un sisma del 1995, e pari alle due settimane passate da un cuoco filippino fra le rovine di un albergo distrutto nel febbraio 2001 nell'arcipelago asiatico.
Queste, in fondo, oggi suonano quasi solo come curiosità statistiche. Drammaticamente reale è il più recente rapporto sulla situazione nell'isola presentato oggi dalle Nazioni Unite: servono al più presto 200 mila tende per ospitare il milione di persone sfollate dal terremoto. Il bisogno di tende è particolarmente urgente in vista dell'arrivo della stagione delle piogge, che inizia ad aprile.
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