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Nuovo piano urbanistico I geometri lo giudicano

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Organizzato dal «Collegio provinciale geometri e geometri laureati di Genova» è apparso di grande interesse l’incontro avuto con l’ing. Paolo Tizzoni direttore generale Area territorio, sviluppo urbanistico ed economico e grandi progetti territoriali e di altri dirigenti e funzionari dell’amministrazione comunale (architetto A. Corsi, arch. F. De Fornari, arch. L. Marinato e signora A. Succi) sul futuro sviluppo urbanistico della nostra città.
Su questo tema l’ing. Tizzoni ha presentato il nuovo progetto preliminare di Puc (Piano urbanistico comunale) che è stato messo a punto dall’amministrazione tramite il proprio ufficio e di cui se ne prevede l’adozione entro la fine dell’anno dopodiché tutti gli interessati, cittadini compresi, potranno formulare le proprie osservazioni.
Da quel momento vigerà il solito periodo di «salvaguardia» ed il nuovo strumento verrà quindi trasmesso agli Enti competenti per le relative necessarie valutazioni.
Parliamone con l’ing. Tizzoni.
«Intanto possiamo dire che questo nuovo strumento riguarderà una città di 620mila abitanti secondo gli ultimi dati forniti dal Censis ma dovrà riguardare anche una nuova popolazione con un diverso tipo di residenza più “nomade” che si presume possa aggiungersi come ad esempio i ricercatori e a seguito del rilancio del turismo ed alla realizzazione di nuove infrastrutture viarie che potranno fare d Genova un grande polo di attrazione».
Quindi bisognerà dotarsi di nuovi servizi.
«È questo il nuovo obiettivo. Abbiamo suddiviso il piano su tre livelli. Il primo livello è quello strategico sovraregionale che riguarda lo sviluppo complessivo della città con riguardo ai territori del nord ovest e del nord europa; il secondo livello riguarda invece il discorso “metropolitano”, compresi i sistemi del verde. È previsto l’incremento di spazi produttivi di circa un milione e mezzo di metri quadrati. Un obiettivo di grande prospettiva. Abbiamo ridefinito le aree produttive industriali, quelle urbane, i distretti di trasformazione. Un piano che dovrà guardare al Porto ed alle industrie, ai sistemi della viabilità e quindi ai trasporti.
Si è parlato anche di livello locale.
«Esatto. Sono soltanto dieci le “tavole” che formeranno la nuova cartografia del Piano, una per ogni Municipio oltre a quella del centro storico con riguardo al quale è stato effettuano un censimento di ogni edificio e del suo valore».
Ha accennato anche ai distretti.
«Certamente. Saranno quaranta, divisi in quattro gruppi. Questi distretti non sono altro che aree di trasformazione. Ben quattordici di concertazione (riguardano i grandi centri: la “Fiera”, l’“Aeroporto”, la Fincantieri, ecc.), poi quelle urbane che incidono sullo sviluppo della città (stadio Carlini, stabilimento della Colisa, ecc.) e quindi i distretti locali affidati ai diversi municipi».
Il Piano prevede anche un rafforzamento della produzione agricola. Con quali criteri?
«Qui ci sarà una novità con l’introduzione del cosiddetto “Ambito di riqualificazione delle aree di produzione agricola” e di quello di “Presidio ambientale”».
Lei ha parlato di semplificazioni, ci riuscirete?
«È il nostro primo obiettivo. Purtroppo sono nati contenziosi forti, molte conflittualità su normative riferite all’attuale “Piano urbanistico comunale” che dovremmo così riuscire a risolvere».
Insomma il territorio verrà meglio valorizzato?
«Lo credo proprio. Ci sono valori da conservare, altri certamente da rivedere specie nel campo edilizio. Vi sono ad esempio palazzi ricostruiti negli anni Sessanta da riqualificare. Altro obiettivo: basta aggressioni alle colline ma razionalizzazione del sistema verde».
Riguardo alle infrastrutture?
«Ho già detto che il nuovo Piano traguarda al futuro. Le infrastrutture sono fondamentali: la città che apre fuori le mura dovrà risolvere e gestire i problemi relativi alla realizzazione di importanti opere ed i relativi cantieri. Mi riferisco al nodo ferroviario, al Terzo valico, alla gronda autostradale. La città al suo interno dovrà risolvere e gestire questioni tipo la “strada a mare”, lungomare Canepa, il proseguimento del tracciato della Metropolitana e soprattutto diciamo la “metropolitanizzazione” della linea ferroviaria da Nervi ad Arenzano oltre a Terralba e in Val Polcevera».
Per chiudere ing.

Tizzoni, sarà finalmente un Piano che servirà alla città?
«Lo abbiamo studiato in tutti i dettagli: le difficoltà legate alle varianti di allineamento con l’attuale Puc possono anche verificarsi ma le premesse da cui siamo partiti penso garantiscano una città del futuro molto positiva».

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