Cronaca locale

Nuovo presidente di Corte d’appello per mettere ordine nel «palazzaccio»

«Ho un modello: ed è Giorgio Napolitano, il primo magistrato d’Italia»: così ieri mattina si è presentato a Palazzo di giustizia il nuovo presidente della Corte d’appello Giovanni Canzio, inviato a Milano per mettere ordine in un palazzaccio uscito lacerato e malconcio dal breve regno dell’ultimo presidente, Alfonso Marra, costretto alle dimissioni in seguito all’inchiesta sulla cosiddetta P3. Ma mentre la nomina di Marra, nel febbraio dello scorso anno, era stata incerta fino all’ultimo, invece sul nome di Canzio il Consiglio superiore della magistratura si è espresso all’unanimità. E il profilo professionale di Canzio è talmente alto che la sua nomina è stata digerita volentieri anche dalle toghe milanesi, che da molti anni non si vedevano inviare un presidente dall’esterno.
Canzio è salernitarno, la sua carriera si è svolta quasi tutta a Roma, l’unica Corte d’appello che ha diretto è stata quella - non di primissimo piano - dell’Aquila. Ma ha dalla sua parte pubblicazioni e sentenze che ne fanno, soprattutto in campo penale, un giurista di grande prestigio. E arriva a Milano accompagnato anche da una fama di lavoratore tosto e di grande organizzatore: due doti di cui avrà bisogno per mettere mano alla situazione disastrosa in cui versa la Corte d’appello milanese, gravata da un carico di arretrati che non si può giustificare solo con la carenza di uomini e mezzi.


«So di arrivare in una realtà mediaticamente molto esposta», ha detto Canzio, che ha poi spiegato di voler creare un «ufficio stampa» della Corte d’appello: di cui, peraltro, non tutti sentono la mancanza.

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