Le nutrie all'assalto dei meloni Igp della Lombardia. Nella fascia del Cremonese, fra Casteldidone, San Giovanni in Croce, Casalmaggiore e Solarolo Rainerio questi roditori, simili a grandi topi di fogna, escono di notte dalle tane lungo i fossi, per mangiare e sfregiare i frutti pronti da cogliere, rovinando in molti casi la pianta.
"Solo io ho un danno del 20 per cento. I miei terreni si trovano in mezzo a due rogge dove le nutrie fanno la tana e sono accerchiato. Su 8 ettari, ne ho uno e mezzo che è come se lo lavorassi per far banchettare loro" spiega Massimo Perini, Presidente dell'associazione produttori di melone di Casteldidone, nella provincia di Cremona che insieme a quella di Mantova, rappresenta la culla del melone tipico lombardo, dolce e ricco di vitamina C. Con una resa di oltre 570 mila quintali (l'11 per cento del totale nazionale), la Lombardia ha poco meno di 2mila ettari dedicati a questa coltura, la maggior parte dei quali nelle zone di Mantova, Cremona e Brescia.
Ma non ci sono solo i meloni nel mirino delle nutrie. A Casalbellotto (Casalmaggiore), presso l'azienda di Piercarlo Barilli hanno attaccato i campi di bietole e il frumento. A Vicobellignano (Casalmaggiore), presso l'azienda di Fabio Brunoni hanno colpito la soia e il mais, oltre alle rive dei fossi. A Spineda, nei terreni di Ettore Arrighi non attaccano più solo le prime file del mais, ma si spingono anche all'interno. L'agricoltore esasperato ha messo un cartello: "Oasi nutrie". A livello regionale, stima la Coldiretti Lombardia, negli ultimi cinque anni i danni a produzioni agricole e sistema irriguo hanno superato il milione di euro.
Nutrie all'assalto dei meloni, un milione di euro di danni
Allarme della Coldiretti perché nel mirino dei roditori ci sono anche bietole, mais, frumento e i sistemi di irrigazione. Un agricoltore: "Lavoro per dar loro da mangiare".
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