New York - Ha vinto la voglia di cambiamento nelle primarie dell’Iowa, il primo round nella lunga battaglia per le presidenziali americane 2008 che si è consumato questa notte. Il partito democratico ha scelto, sull’onda di un entusiasmo che non si percepiva da decenni, il giovane senatore afroamericano di Chicago Barack Obama.
Repubblicani, in testa c'è Huckabee I repubblicani, trascinati dalla destra religiosa degli evangelici, hanno premiato l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, pastore battista convertito alla politica, che due mesi fa nessuno aveva sentito nominare o quasi nello Stato e ha fatto una campagna elettorale con pochissimi dollari da spendere. La corsa è ancora lunga e la vittoria in Iowa non ipoteca la nomination alle presidenziali. Lo conferma il fatto che tre degli ultimi quattro presidenti americano hanno perso nello Stato: Ronald Reagan, Bill Clinton e George H. W. Bush. Ma il messaggio politico che emerge dai caucus dello Stato è univoco: gli elettori vogliono una stagione nuova nella politica americana. E per candidati come la senatrice di New York Hillary Clinton non sono buone notizie. Gli elettori dell’Iowa hanno punito la candidata "inevitabile", l’ex first lady democratica ha chiuso con un deludente terzo posto, dietro a un sorprendente John Edwards, ex senatore della Carolina del Nord ed ex candidato alla vice presidenza quattro anni fa.
Affluenza record Moltissime le persone che hanno scelto di prendere parte ai caucus. Tra i democratici, si sono recate ai 1.781 seggi nello stato del Midwest circa 239mila persone, quasi il doppio rispetto alla cifra registrata quattro anni fa, quando gli elettori furono 124mila. Alto anche il numero dei repubblicani che hanno partecipato ai caucus: 114mila contro gli 87.600 del 2000 (nel 2004 non ci furono primarie nel Gop, dal momento che si ripresentò il presidente uscente George W. Bush).
Obama vince tra i giovani Obama ha vinto tra i giovani (quasi il 60 per cento tra i 17 e i 29 anni) e, a sorpresa, anche tra le donne. Ha vinto con un distacco maggiore di quello che avevano previsto i sondaggi, ha dato nove punti a Clinton, otto a Edwards e guarda al secondo round, martedì in New Hampshire, da solido favorito. Huckabee si è preso una rivincita coi fiocchi sull’avversario Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts, con il quale nelle scorse settimane ha avuto scontri durissimi, sul filo della rissa di parole, a suon di spot al veleno e dichiarazioni di fuoco. Romney, nonostante i milioni di dollari spesi nello Stato, ha un ritardo di nove punti. "Ho preso l’argento - ha rincuorato i suoi con una battuta - ma alla fine l’oro più importante arriverà".
La promessa di "un'America diversa" Obama ha salutato la vittoria con un discorso ispirato, con la voce bassa per i comizi degli ultimi giorni, un discorso di quelli che non si dimenticano in fretta. "Hanno detto che questo giorno non sarebbe mai arrivato", ha esordito, senza dire chi, tra applausi interminabili. "Avevano detto che puntavamo troppo in alto, avevano detto che il Paese era troppo diviso, ma oggi, in questo giorno storico, voi avete fatto quello che ci hanno detto era impossibile". L’impossibile che si avvera, la promessa di un’America nuova, diversa.
La delusione di Hillary Non ha un messaggio altrettanto forte Hillary Clinton: si limita a congratularsi con il vincitore e con Edwards e a promettere di tenere duro. Mette l’accento sul trionfo dei democratici (che hanno portato ai seggi un mare di elettori, 220.000 contro i 110.000 di quattro anni fa) che a suo avviso è il segnale di una vittoria contro i repubblicani a novembre. Obama parla a un’America che ha voglia di cambiare: "Questo è un giorno che ricorderemo fra molti anni" ha continuato accanto alla moglie Michelle e alle due figlie, Malia Ann e Natasha. "Questo è un giorno in cui abbiamo abbattuto le barriere della politica, abbiamo vinto sulla politica della paura e del cinismo". Hillary Clinton ha al suo fianco il marito, con il volto deluso e un sorriso amaro, e alle spalle l’ex segretario di Stato Madaleine Albright, promette di essere in grado di vincere, ma questa notte ha perso.
Gli altri democratici John Edwards, con un secondo posto che non spegne le speranze di successo, carica su Clinton. A suo avviso il messaggio è chiaro: "Se ha finito al terzo posto nonostante quello che ha speso e Bill Clinton accanto vuol dire che le cose per lei vanno male". Ringraziando i suoi aveva notato come "lo Iowa ha scelto un volto nuovo", non Hillary, "lo status quo". Quarto tra i democratici, staccatissimo, il governatore del Nuovo Messico Bill Richardson. Quinto e sesto i senatori Joe Biden e Chris Dodd, che dopo la batosta hanno annunciato il ritiro dalla corsa. Il bronzo tra i democratici è andato all’ex star di Law & Order ed ex senatore del Tennessee Fred Thompson, davanti al senatore dell’Arizona John McCain, il favorito in New Hampshire, che in Iowa non ha fatto campagna elettorale "per mancanza di soldi".
Forte il quinto posto, con il 10 per cento dei voti, per Ron Paul, il texano che vuole il ritiro immediato dall’Iraq. Giuliani ha snobbato l’Iowa puntando su altri Stati, e l’Iowa ha snobbato Giuliani, che ha chiuso penultimo con una manciata di voti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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