Washington - Alla vigilia delle primarie degli Stati bagnati dal Potomac, Barack Obama ha superato la rivale Hillary Clinton. Il sorpasso è arrivato ieri dai caucus del Maine: il senatore dell’Illinois ha raggiunto quota 1.134 nel numero totale di delegati e superdelegati, contro i 1.131 dell’ex First Lady.
Effetto domino per conquistare il Potomac Lanciatissimo, il senatore afroamericano conta su un "effetto domino" nelle primarie di domani, quando andranno al voto Virginia, Maryland e distretto di Columbia (dunque, la capitale, Washington Dc). Stati con popolose comunità afroamericane e ispaniche. Sabato, in Louisiana, Obama ha ottenuto un fortissimo appoggio dal voto nero, e potrebbe accadere altrettanto in Virginia, dove secondo un sondaggio Obama è in vantaggio 53 al 37 per cento.
L'affondo nel Maine La Clinton sperava molto nel Maine, dove l’elettorato ha un profilo demografico simile a quello di Stati in cui l’ex first lady ha già vinto (impiegati, che sono anziani e guadagnano meno di 50mila dollari all’anno). Ma il Maine si è espresso tramite "caucus" e Obama ha vinto quasi tutti i "caucus" grazie a un’organizzazione capillare e un seguito appassionato. La Clinton si giocherà le sue ultime carte nelle primarie di Texas e Ohio (il 4 marzo) e Pennsylvania (il 22 aprile), quando verranno assegnati in totale circa 600 delegati. Ma anche i suoi strateghi ammettono che, se non vincerà prima in qualche Stato, potrebbe arrivare all’appuntamento molto affaticata.
Il voto dei super-delegati Si stanno concretizzando le chance del senatore dell’Illinois di conquistare la nomination democratica. Consapevole dell’opportunità, Obama sta enfatizzando l’appello in cui si propone come un candidato in grado di conquistare in ogni angolo del Paese il voto degli indipendenti e persino dei repubblicani, in un confronto con John McCain. "Abbiamo vinto sulla costa atlantica, abbiamo vinto sulla costa settentrionale e su quella del Pacifico, e abbiamo vinto nel mezzo", ha detto in una manifestazione a Virginia Beach (Virginia), dopo l’annuncio dei risultati del Maine. Dei 796 super-delegati (i vip del partito, che di solito nelle convention si limitavano a poco più di una passerella e invece adesso potrebbero diventare determinanti) 444 ancora non si sono pronunciati.
In ogni caso, anche quelli già schierati potrebbero cambiare il loro candidato. Gli analisti prevedono che, per evitare una spaccatura, alla convention di Denver, i superdelegati si schiereranno con il candidato che ha maggiore probabilità di vittoria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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