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Obama sta sull'attenti per i caduti

Le salme di 15 soldati e tre ufficiali americani uccisi in Afghanistan lunedì sono state accolte dal presidente. Fra poco la decisione  sui rinforzi da inviare nella guerra ai talebani

Obama sta sull'attenti per i caduti

Washington - Ancora una volta Obama fa discutere. Nel cuore della notte è andato a Dover, all'obitorio militare, per accogliere le bare di diciotto soldati americani morti in Afghanistan. Qualcuno lo accuserà dicendo che si è messo davanti agli obiettivi dei fotografi per ingraziarsi le simpatie dei militari. La vecchia - e collaudata - politica dell'immagine. Qualcun altro, invece, lo difenderà, sostenendo che il presidente è sensibile alla sorte dei militari a stelle e strisce. E vuole soltanto testimoniare la sua vicinanza verso chi mette in gioco la propria vita nell'interesse della patria. Retorica e politica si mescolano ogni giorno, è inevitabile. Obama lo sa bene, specie ora che si prepara a mandare rinforzi in Afghanistan.

Commozione e silenzio "Gli straordinari sacrifici delle truppe e delle loro famiglie peseranno sulle decisioni militari: è una cosa a cui penso ogni giorno", ha detto Obama ripercorrendo, una volta rientrato a Washington, l’emozione del viaggio. Non era mai accauduto prima che Obama partecipasse a questo tipo di cerimonie, aperte ai media per la prima volta in 18 anni: "Impossibile non essere sopraffatti dalla commozione", ha detto il portavoce Robert Gibbs. Nella base dell’Air Force nel Delaware il presidente ha incontrato anche alcune famiglie di caduti: 15 soldati e tre ufficiali della Drug Enforcement Administration uccisi in Afghanistan lunedì 26 ottobre.

Il saluto sull'attenti È stata una missione carica di simboli, fermata in una foto che resterà una delle immagini più significative della presidenza Obama, mentre il presidente si accinge a decidere l’invio di rinforzi. La notte in bianco non era stata annunciata ai giornalisti. In abito scuro e cappotto, Obama ha lasciato la Casa Bianca ieri poco prima della mezzanotte a bordo dell’elicottero Marine One. È arrivato a Dover tre quarti d’ora dopo accompagnato da un piccolo gruppo di fotografi, da Gibbs e dal ministro della Giustizia Eric Holder. Ha fatto rientro a Washington mentre cominciava a albeggiare: in perfetto silenzio per tutti i 45 minuti del viaggio.

La guerra in Afghanistan Ottobre è stato il mese finora più letale per le forze americane in oltre otto anni di guerra con 55 militari uccisi in battaglia. Questa settimana soltanto una ventina di soldati sono morti in attentati o incidenti. Per Obama si sta avvicinando la decisione sui rinforzi: ha chiesto ai suoi collaboratori un’analisi provincia per provincia dell’Afghanistan per determinare quali regioni sono amministrate con efficienza dai leader locali e quali hanno bisogno di assistenza internazionale. Sono dati che aiuteranno il presidente a decidere quante truppe mandare oltre alle 65 mila attualmente sul terreno: il comandante delle forze Usa e Nato Stanley McChrystal ne ha chiesto 44 mila in più, metà da inviare nelle aree Taliban del sud dell’Afghanistan, ma l’orientamento dell’amministrazione è per rinforzi più contenuti e concentrate nelle aree più popolate, anche per evitare che i soldati stranieri siano visti dalle popolazioni locali come un esercito di occupazione.

L’analisi sarà presentata a Obama domani in un nuovo Consiglio di Guerra con gli Stati Maggiori.

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