«Obbedisco al Papa Torno a Milano perché si trova lì la mia Chiesa madre»

Uomini di Dio e di sentimenti umani. «Il mio cuore è in travaglio» rivela il nuovo arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che lascia Venezia per tornare a casa: «Milano è la mia Chiesa madre. In essa sono nato e sono stato svezzato alla fede». E il cardinale Dionigi Tettamanzi, ora amministratore apostolico e per sempre arcivescovo emerito: «I tempi di cambiamento chiedono a tutti una forte docilità, un senso di pieno abbandono nelle mani del Signore: lo avverto in prima persona».
È mezzogiorno in punto quando la Santa Sede dà l’annuncio della nomina del patriarca di Venezia ad arcivescovo di Milano. Le campane del Duomo suonano a distesa mentre Tettamanzi entra nella sua cappella privata e dà l’annuncio solenne alla Curia: «Con serenità di cuore e con spirito di fede sono lieto di trasmettere il testimone della guida pastorale di questa splendida Chiesa al carissimo confratello cardinale Angelo Scola. Egli è conosciuto da molti di noi». Legge una biografia del successore, lo affida a sant’Ambrogio e alla Madonnina. Conclude: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
A Venezia, Scola si apre ai presenti. «Ho accolto questa decisione del Papa, perché è il Papa» le sue prime parole, riportate dal sito Vaticaninsider, sempre aggiornatissimo nel seguire le vicende della Santa Sede e di questa importante nomina. Scola scrive a Tettamanzi e a Milano: «L’obbedienza è l’appiglio sicuro per la serena certezza di questo passo. Attraverso il Papa Benedetto XVI l’obbedienza mia e Vostra è a Cristo Gesù». Una parola antica e impopolare, «obbedienza», scelta come biglietto da visita alla città. Scola parla di «famiglia», «pluriformità nell’unità», «ecumenismo» e «dialogo interreligioso»: apertura alle confessioni cristiane e alle altre religioni, come la fede islamica. Viene con «animo aperto», chiede «simpatia».
Piovono le reazioni, tutte positive (fa eccezione l’Arcigay di Grillini: «non siamo affatto contenti»). Arrivano le felicitazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Alla Camera dei deputati un gruppo di parlamentari cattolici brinda su iniziativa di Rocco Buttiglione. La soddisfazione è trasversale. Per tutti valgono le parole di Massimo Cacciari, che da sindaco di Venezia ha parlato a lungo con lui: «Venezia ci perde. Va via una personalità di grande rilievo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica