Politica

UN’OCCASIONE PER FERMARLI

Buongiorno. Sono un senatore della Repubblica. Siedo qui davanti a Palazzo Madama aspettando che qualcuno riapra l’aula. L’hanno chiusa. Ai nostri tempi, cinque anni fa come oggi, il Senato era la curva sud dello stadio: urla e insulti da sinistra a destra dalla mattina alla sera che nessuno si filava perché allora il Senato non era trendy. Facevamo leggi. Ci guadagnavamo il pane così. Adesso il Senato è trendy perché la maggioranza cola a picco. E per questo l’hanno chiuso. Riaprirà occasionalmente, per non disturbare il manovratore illusionista, quello del tavolo a tre zampe e della Sme.
Per favore (per fare un favore all'Italia) chi non è ancora corso a mettere il Sì nell’urna, corra, vada. Si porti la zia Adelaide che non si sente bene, trascini il fruttivendolo e la signora del piano di sotto, ma andate a votare. La nostra riforma della Costituzione avrà forse dei difetti, tutti riparabili, ma è gagliarda: abbiamo fatto in modo che il numero di deputati e senatori subisca un bel taglio, affinché lavorino duro e facciano, deputati e senatori, cose diverse fra loro e non, come accade adesso, ripassandosi la palla delle stesse leggi che raddoppiano i tempi e dimezzano l’efficienza. Votate Sì, i numeri li abbiamo, se non prevarrà la pigrizia: il popolo liberale è poco disciplinato e questo è il suo bello, ma adesso è il momento di andare alle urne e ricontarsi e non per far vincere un partito ma per far vincere l’Italia dandole governi più efficienti, in cui il primo ministro possa assumere e licenziare ministri come in tutte le democrazie e senza dover mendicare consenso da un Presidente della Repubblica con una legittimazione democratica più bassa di quella dei presidenti delle Regioni, essendo eletto dagli eletti del popolo e non dal popolo direttamente. Svegliate subito gli elettori distratti, importunateli, siate dei rompiscatole fino alle ultime ore utili per il voto di oggi. Non fatevi imbrogliare da chi dice che la riforma spacca l’Italia: la verità è che dimezza il potere delle sinistre perché con la riforma le Regioni potranno fare cose che oggi non fanno, sottraendo potere al centro.
Andate a votare anche per il gusto di gridare il vostro sdegno di fronte alla sopraffazione sul Parlamento che costoro per viltà mantengono in vacanza, calpestando proprio la Costituzione che a chiacchiere dicono di voler difendere: loro sono i nemici della Costituzione perché quando non gli fa comodo la mettono nel frigorifero. Voi forse non ve ne accorgete, ma tira già una bruttissima aria. Questi che hanno occupato tutti i buchi del formaggio hanno instaurato un regime con anestesia incorporata.
Non fatevi addormentare. Attenti, la partita che si gioca oggi non è balneare. E voi sapete qual è il loro piano: se vincessero i No, cercheranno di spaccare la Lega offrendole un federalismo di seconda mano, solo per raccattare i voti che gli mancano e far man bassa definitiva su tutti gli spazi di libertà residua. Se non andrete a votare lasciando prevalere il no, sentirete che democratica sinfonia: interpreteranno la vittoria come un diritto alle mani libere: chiuderanno le Camere, sempre litigando, mentre preparano bordate di tasse, mentono, barando, odiandosi. Potete fermarli. Correte a votare.
Questa è l’ultima occasione per un lungo, lungo tempo. Non sprecate questa occasione: passate parola, non datevi tregua fino al momento in cui si chiuderanno le urne e incrociate le dita. Possiamo farcela.

E allora cambierebbe la musica.

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