«Occupiamo i chiostri» no global sfidano Decleva

(...) All’interno del cantiere organizzano un bivacco, con musica, cibo, erba e bombolette di ordinanza. Le transenne le portano via. Una la segano in più pezzi, per trasportarla nel rettorato e dimostrare al responsabile, Enrico Decleva, che «ora il chiostro è di nuovo nostro e tenerlo al meglio è una volontà e una necessità di tutti», come scrivono sul loro blog: assonoblogs.org.
Peccato che lo spazio, come lo stesso rettore aveva promesso, sarebbe stato riaperto a fine mese. E trasformato, come chiedeva la maggior parte degli studenti, in uno spazio a disposizione di tutti. «Siamo contrari a quest’azione - spiega Dino Motti, senatore accademico di Sinistra universitaria -. La riteniamo immatura e contraria al nostro progetto di dimostrare di saper gestire questi luoghi con responsabilità. Una volta riaperto, il chiostro sarà dotato di sistema wireless. Non vogliamo assolutamente che torni a essere luogo di spaccio, ma sede di attività utili per tutti gli studenti».
Sono nove, in totale, i chiostri della Statale. Tutti chiusi, compresi quelli storici. Alcuni trasformati addirittura in piccole discariche. «In teoria sono in via di ristrutturazione, come quello di Storia - continua Motti -. In realtà sono inagibili per motivi di sicurezza».

Conclude Carlo Armeni, presidente di Azione universitaria: «Fa parte del nostro programma il recupero di spazi fatiscenti e la restituzione di luoghi dell’università agli studenti, ma riteniamo che la riapertura dei chiostri dovrebbe essere accompagnata da un discorso più ampio sulla legalità».

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