Offese e minacce: sotto tiro il «pool» anti-tassisti abusivi

Marzio Fianese

Dalle scritte offensive sui muri dell’aeroporto di Fiumicino si è passati alle pesanti minacce e alle ritorsioni. Da qualche mese a questa parte è diventata difficile la vita per alcuni uomini della «squadra vetture» della Polizia municipale di Fiumicino, l’apposito pool di investigatori in borghese preposto al servizio di vigilanza e prevenzione dell’abusivismo dei taxi all’aeroporto di Fiumicino.
L’ultimo episodio grave è accaduto di recente a un vigile in gonnella in forza nella squadra antiabusivi a cui sono state bucate le gomme dell’auto. A un suo collega è andata peggio: gli è stata rubata la vettura con cui era appena arrivato in aeroporto. Giusto il tempo di parcheggiarla, recarsi in ufficio a dare un saluto ai colleghi, per tornare al parcheggio dopo circa un’ora e scoprire l’amara sorpresa.
Anche se negli esposti presentati non vengono citate mai la parole «minaccia» e «ritorsione», è ormai chiaro anche agli investigatori che questi potrebbero essere avvertimenti mirati a spaventare gli agenti che da anni si battono per cercare di far ripristinare la legalità nello scalo romano, dove il fenomeno dell’abusivismo è ormai radicato da un trentennio. Con i tassisti, autonoleggiatori e abusivi, alcuni pluripregiudicati, che frequentano l’aeroporto da decenni e che hanno un unico scopo: individuare il turista da truffare.
A volte a questi malcapitati, per lo più americani e giapponesi (lo confermano le centinaia di denunce stilate ogni anno negli uffici di polizia dello scalo), gli abusivi sono arrivati a chiedere cifre tra i duecento e i trecento euro per una corsa semplice fino al centro della città.
Adesso però a Fiumicino la situazione sembra sia diventata più seria e sembra che dietro il fenomeno dell’abusivismo dei taxi ci sia l’ombra del racket. È sufficiente ricordare altri due fatti piuttosto gravi avvenuti lo scorso anno nel vicino Palazzo del Comune di Fiumicino. Prima le scritte sui muri del Municipio contro un agente, poi l’anomalo incendio divampato all’interno di in un garage della polizia municipale.
A confermare il legame tra questi episodi al Leonardo da Vinci è un investigatore che da anni lavora in aeroporto e che per motivi di sicurezza preferisce mantenere l’anonimato. «Quello che ci domandiamo, io e alcuni miei colleghi - si sfoga l’uomo - è come possano continuare ad avvenire certi fenomeni. Tutti sanno, tutti vedono, ma nessuno fa niente da anni; a questo punto pensiamo che esistano delle connivenze altrimenti non si spiega come sia possibile che non si riesca a far ripristinare la legalità».
Ma non era stato istituito di recente su disposizione del Prefetto di Roma, una task force composta da vigili e poliziotti per combattere il fenomeno dell’abusivismo dei taxi? «Si, questo è vero - conferma l’investigatore - ma non è sufficiente. Provate a venire qui in aeroporto dopo le nove di sera e vi renderete conto di quanto sia grave al situazione che stiamo vivendo sulla nostra pelle. Ci sono solo due agenti per ogni turno di otto ore che devono controllare un settore vastissimo.

Inoltre sappiamo perfettamente che alcune cooperative di noleggiatori e di tassisti hanno amicizie con persone che, sia nell’ambito dell’aeroporto sia fuori, possono esercitare un grande potere e a cui, non di rado, vengono offerti doni come buoni benzina, biglietti per le partite, casse di vini e di pesce fresco; in cambio i tassisti e gli autonoleggiatori per così dire “regolari” riescono a svolgere il proprio lavoro senza seguire delle regole ferree che andrebbero rispettate. E se pensiamo che nel solo aeroporto di Fiumicino ogni giorno vengono effettuate in media 2 o 3mila corse al giorno, potete immaginare che giro di soldi possa esserci».

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