da Roma
È in programma per questo pomeriggio alle 17 ora italiana latteso incontro alla Casa Bianca tra Silvio Berlusconi e George W. Bush. Il quarantesimo contatto dallinizio della legislatura, tra bilaterali e multilaterali, stando a quanto dicono gli statistici della politica.
Il presidente del Consiglio, che trascorre la notte alla Blair House, la residenza degli ospiti della Casa Bianca, è atteso da Bush alle 11 locali per un colloquio a due seguito da una colazione di lavoro. Anche stavolta, come spesso in passato, la crisi irachena è al primo punto dellagenda. Negli Stati Uniti, infatti, ha avuto qualche eco lintervista televisiva in cui Berlusconi ha ricordato davere cercato di convincere «più volte» Bush a non intervenire militarmente in Irak e ha detto di «non essere mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un Paese e a farlo uscire da una dittatura anche sanguinosa». Le parole del premier hanno suscitato qualche curiosità nella stampa americana, soprattutto perché pronunciate alla vigilia della visita alla Casa Bianca: ce nè traccia sul Los Angeles Times e, con minore rilievo, su Washington Post, Washington Times e Boston Globe. «In vista delle elezioni del prossimo anno - scrive il Los Angeles Times - Berlusconi può avvertire la tentazione di prendere le distanze da Bush», tanto più che i due leader sono entrambi alle prese con un calo di popolarità dovuto in parte allIrak e in parte ad altri fattori. Altre questioni, come il Ciagate, il Niger-gate e anche gli strascichi del caso Calipari (lagente del Sismi ucciso il 4 marzo a Bagdad da militari americani) non dovrebbero invece far parte dellagenda dei colloqui. «Non c'è bisogno di parlarne - notano concordi fonti diplomatiche a Washington e a Roma - perché non sono questioni aperte tra i due governi». Piuttosto, Berlusconi e Bush potrebbero affrontare il tema del calendario di graduale disimpegno delle truppe alleate in Irak. Fonti diplomatiche indicano che una bozza di via duscita potrebbe già essere tratteggiata nellincontro di questo pomeriggio. Berlusconi, a quanto si apprende, porrà anche il problema del rinnovo della risoluzione dellOnu 1564, il testo che dà copertura alle presenze militari in Irak. LItalia spinge perché il documento, che va prorogato entro la fine dellanno, sia modificato per coinvolgere nel processo di stabilizzazione dellIrak il maggior numero possibile di Paesi, compresi alcuni che ora non partecipano alla missione in alcun modo.
Le relazioni personali tra i due leader, calorose, rendono comunque facile toccare senza imbarazzi tutti i temi.
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