Oggi doppia assemblea alla Scala Parte l’iter per il rinnovo del cda

Ma non si esclude un rinvio in attesa che nella Finanziaria sia inserita una modifica per allargare il consiglio d’amministrazione

Comincia oggi pomeriggio alla Scala l’iter per il rinnovo del consiglio di amministrazione del teatro che scade il prossimo 16 novembre. L’assemblea dei soci fondatori è stata convocata per votare la modifica dello Statuto che dovrà poi essere approvata dal cda che si riunirà subito dopo e che è preliminare al rinnovo del cda. Tra i punti da rivedere l’adeguamento al provvedimento di aggiornamento della «legge Veltroni» che prevede che il socio fondatore che aspiri ad un posto in cda si impegni a versare per due anni un importo pari all’8 per cento dei finanziamenti statali.
Tradotti in euro, per ogni socio del Piermarini significano 2,6-2,7 milioni l’anno che a quanto pare sono disponibili a versare fin troppi soci aspiranti ad un posto nel consiglio di amministrazione della Fondazione Scala, che per legge può essere composto da soli sette membri al massimo. Attualmente tre sono espressi per diritto da Comune di Milano, Regione Lombardia e ministero dei Beni culturali. Con la trasformazione in socio pubblico della Camera di Commercio di Milano, i soci di diritto potrebbero poi salire a quattro. Per non lasciare troppi scontenti tra i privati, tra cui viene considerata anche la Provincia di Milano, si potrebbero quindi studiare altri canali.
Palazzo Isimbardi, dopo aver deliberato in giunta lo stanziamento di 5,2 milioni per poter diventare socio permanente della Fondazione e poter formulare la richiesta di ingresso in cda, ha ricevuto il «no» del presidente della Fondazione Gabriele Abertini. Che, venerdì scorso, ha sottolineato come «secondo l’attuale Statuto la richiesta della Provincia non può essere accolta perché, per avere diritto a candidare un componente nel cda, è necessario essere fondatori permanenti. Al momento la Provincia non si trova in questa condizione». Da Palazzo Isimbardi affermano di non aver ricevuto il testo della risposta diffusa a mezzo stampa e che dell’argomento si parlerà nell’assemblea in cui, secondo il parere pro-veritate citato da Albertini, «l’amministrazione provinciale non ha neppure diritto di voto».
Ma, a sorpresa secondo fonti vicine al Teatro, l’assemblea dei soci di oggi potrebbe anche andare deserta e quindi essere rinviata. La possibilità del rinvio in considerazione del fatto che nel maxiemendamento alla Finanziaria forse sarà inserito un passaggio che consentirebbe di aumentare il numero dei consiglieri della Scala rispetto ai sette attualmente previsti per legge per le Fondazioni liriche.

Il maxiemendamento potrebbe però essere votato non prima della fine di novembre e questo spiegherebbe la strada del rinvio dell’assemblea, a patto però che l’ampliamento del cda per legge sia già in qualche modo garantito politicamente.

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