Oggi in Sant’Ambrogio l’addio a Facchetti

Camera ardente nella cappella di San Sigismondo

Giacomo Susca

Il senso del day after nella Milano toccata dalla morte, a 64 anni, del «mito» Giacinto Facchetti lo si trova nelle migliaia di messaggi giunti alla famiglia dell’ex terzino e nella sede della società nerazzurra, in via Durini. Il dolore e il cordoglio si legge sui biglietti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo. Un modo per dimostrare la vicinanza e l’affetto prima dell’accorata cerimonia di addio, che si terrà oggi alle 14.45 nella basilica di Sant’Ambrogio, nel cuore della città che si stringerà nell’abbraccio, estremo, al suo campione. Come dopo un gol segnato al termine di una lunga cavalcata sulla fascia, la metafora di una vita. Chi «Giacinto Magno» l’ha conosciuto di persona oppure ha sempre fatto il tifo per lui potrà vederlo per l’ultima volta nella cappella di San Sigismondo, dalle 11 alle 14, adiacente alla Basilica.
Ariella Borghi, sindaco del paese del bergamasco che ha dato i natali al capitano dell’Inter e della nazionale finalista a Messico ’70, ha dichiarato: «Giacinto Facchetti è partito dai campetti di Treviglio per diventare un mito dello sport italiano e internazionale, oltre a un grande presidente. Ci è riuscito - ha continuato - con le sue eccezionali qualità di sportivo ma anche con la sua discrezione, con la sua onestà, con quella buona educazione che ne ha fatto un modello di stile. Facchetti ha diffuso un’idea di sport che è competitività solo se c’è lealtà, correttezza, solidarietà». Ieri ad Appiano Gentile, abituale cornice degli allenamenti dei nerazzurri, è comparsa una bandiera a mezz’asta. Anche il sito internet della società è listato a lutto, e raccoglie le testimonianze di sportivi, esponenti politici, personaggi dello spettacolo e di chiunque altro ricorderà il suo esempio di virtù negli stadi, nella carriera dirigenziale, nella vita di tutti i giorni. Un sentimento trasversale di commemorazione che ha coinvolto anche gli eterni rivali della sponda rossonera. E così sul web il Milan ha scritto: «Era e resterà uno dei simboli più veri autentici nel patrimonio di una Milano calcistica irripetibile e indimenticabile. Sportivo vero, ha fatto del comportamento e dello stile una bandiera sia in campo che fuori». La tifoseria organizzata della «sua» Inter parteciperà compatta ai funerali, come avvenne cinque anni fa quando ad andarsene fu l’avvocato Prisco. La Curva Nord guarda a Facchetti come «un’altra stella in cielo. Grazie a te grande giocatore, grande uomo e soprattutto grande interista. Ciao Giacinto raggiungi Peppino per continuare a vivere insieme per sempre nei nostri cuori». Questo l’omaggio diffuso dai Boys San, la storica e più numerosa formazione di fede interista.
Attesi gli amici e compagni di lavoro Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera, alla messa funebre non mancheranno le autorità, a cominciare dall’assessore comunale allo Sport Giovanni Terzi e dal suo omologo alla Regione, Pier Gianni Prosperini. Il presidente della Provincia, Filippo Penati, sarà tra i banchi con il gonfalone di palazzo Isimbardi.

L’assemblea di Lega Calcio, prevista per oggi, sarà sospesa in concomitanza dei funerali in modo da consentire la partecipazione ai dirigenti presenti in città.

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