Oggi si decide sui «tetti» del roaming

Obiettivo: rendere più economiche le telefonate da Paese a Paese

da Milano

Non è ormai più questione del «se» o del «come», ma solo del «quando»: quando entrerà in vigore il regolamento Ue che imporrà agli operatori di telefonia mobile europei dei «tetti» per le tariffe applicate al roaming (le chiamate effettuate e ricevute al telefonino all'estero) all'interno del mercato unico. Secondo fonti comunitarie qualificate, la proposta di regolamento verrà adottata quasi certamente oggi dalla Commissione europea nella sua versione più «interventista», con poche concessioni al fronte dei commissari (Mandelson, Verheugen, Barrot, Potocnik e McCreevy) che si opponeva alla regolamentazione delle tariffe «al dettaglio». La proposta, presentata dal commissario alle Telecomunicazioni, Viviane Reding, mira ad abbattere il sovrapprezzo eccessivo (non giustificato dai maggiori costi) che pagano gli utenti di telefonia mobile, rispetto alle chiamate nazionali, quando si spostano da un Paese all'altro dell'Unione. Il sistema di calcolo dei «tetti» da applicare alle tariffe sarà basato sul «tasso medio di terminazione» (average termination rate), ovvero il prezzo che una compagnia telefonica paga per il collegamento finale di una chiamata partita dalla propria rete e destinata a quella di un concorrente sul proprio mercato nazionale (per esempio in Italia da Tim a Vodafone). Si tratta di prezzi già regolamentati dalle authority nazionali delle telecomunicazioni, e che variano da Paese a Paese. La media Ue di queste tariffe è oggi pari a 12,6 centesimi di euro al minuto.

Per le tariffe del roaming «all'ingrosso» (quelle che le compagnie fatturano l'una all'altra per l'uso delle reti da parte di propri utenti all'estero), la Commissione fisserà il limite da non superare al doppio del tasso medio di terminazione per le chiamate «locali» (per esempio, un italiano che telefona da Madrid a Barcellona) e non al triplo per le telefonate internazionali (esempio, da Madrid a Roma). Con le cifre odierne, avremmo un prezzo pari rispettivamente a circa 26 e 39 centesimi. I prezzi al dettaglio, pagati cioè dall'utente finale, non potranno superare per più del 30% le tariffe «all'ingrosso».

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